Sandro Piccinini e la convivenza con il piccolo shock causato da un vecchio fuori onda di Striscia la notizia

Caro Sandro Piccinini, un grande esperto di calcio internazionale come te si deve essere reso conto subito che ieri la Juventus non aveva alcuna possibilità di ribaltare il risultato di 2 a 0 subito all’andata dei quarti di finale di Champions League sul campo del Bayern di Monaco. Se, come immagino, lo avevi capito, non lo hai dato ad intendere, anzi, hai alimentato la speranza dei tifosi juventini. Un po’ perché non è che potevi svendere la merce che stavi dando ai telespettatori dicendo che la rimonta era impossibile e che il Bayern, anche quando la Juventus ha giocato bene, l’ha tenuta sotto controllo. E un po’ perché un telecronista non può rischiare che i tifosi lo prendano sott’occhio.

Nella recente videochat che hai tenuto su Qui Mediaset (condotta da Alex Guffanti) hai raccontato un gustoso aneddoto che fa ben capire come un telecronista sportivo debba stare molto attento a quello che fa e che dice per non incorrere nell’ira dei tifosi che nulla perdonano e che, quando ti etichettano, è per sempre. Durante la videochat ti è arrivata questa domanda di Guido da Padova: “Ci racconti qualche fuori onda curioso che noi tifosi non potremmo mai immaginare?”. Tu, dopo un attimo di riflessione in cui ti sei chiesto se si riferisse alle telecronache o alle trasmissioni che hai condotto, hai risposto:

“Ce ne sono talmente tanti in trent’anni di carriera che appunto, c’è sempre un patto fra chi viene ospite e chi conduce: il fuori onda deve rimanere fuori onda. Io non condivido tanto le gag dell’amico Ricci che mi fanno ridere, parlo di Striscia la notizia perché è stato lui ad inventare questa situazione. Anche perché io passai i guai per questo. Una volta per una famosa telecronaca della Juventus, che giocò in coppa col Feyenoord e perse. Ma prima della partita, chi ci segue magari non lo sa, i telecronisti si scaldano un po’ la voce, cercano di sciogliere un po’ la lingua, son cose molto importanti per un telecronista. Quindi si fanno degli esercizi, per sciogliere la lingua, per scaldare la voce. E si parla, come dire, cazzeggiando un po’. Si fa la battuta con la seconda voce. Io prima di quella partita, cominciai a dire… la Juventus a Rotterdam stasera sarà un tracollo perché… scherzando, naturalmente. Poi la Juventus perse la partita. Striscia la notizia mandò in onda il fuori onda il giorno dopo… Ecco, Sandro Piccinini ha portato sfiga alla Juve… Tu capisci che, in questo ambiente, eh, basta molto meno per essere poi insultato negli stadi. Ecco perché quella non gliela perdonai tanto. Capivo che lì si tratta di una trasmissione satirica ed era innovativo questo fatto del fuori onda. Però io l’ho sempre vissuto da allora come un piccolo shock”.

Caro Sandro Piccinini, ho pensato al tuo piccolo shock, quando hai ripetuto più volte che la Juventus avrebbe potuto fare due gol ieri sera nella partita con il Bayern allo Juventus Stadium. Era evidente che non ce la poteva fare ma tu dicevi: “Possono bastare 2 minuti per 2 gol”. La superiorità del Bayern era talmente netta che al termine del primo tempo, in tua risposta, (alle ore 21.36 con le squadre ancora sullo 0 a 0) non ho potuto fare a meno di twittatare: “Piccinini ripete dall’inizio possono bastare 2 minuti per 2 gol. Si, e se continua così li segna il Bayern” (come è puntualmente accaduto). Caro Sandro Piccinini, capisco che con quel vecchio piccolo shock che ti porti dietro non potevi dire come quella sera a Rotterdam “stasera sarà un tracollo” però nemmeno “possono bastare 2 minuti per 2 gol”. Perché, come ben sai, il tifoso è una bestia rara e anche in questo caso nessuno può togliergli dalla testa che “era meglio se Piccinini non lo diceva”.

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