Giorgia Meloni, la presidente del Consiglio della Repubblica Italiana Giorgia Meloni, di certo non avrà sponsorizzato Pino Insegno come conduttore (da gennaio 2024) di uno dei programmi televisivi più seguiti della televisione italiana, l’Eredità su Rai 1.
Attore, doppiatore, conduttore televisivo, Pino Insegno non ha mai nascosto le sue simpatie politiche per Giorgia Meloni per la quale ha recitato una citazione dal Signore degli anelli sul palco del comizio di chiusura della vincente campagna elettorale 2022.
Ogni cittadino, ogni personaggio pubblico del mondo della cultura, delle arti, dello sport e dello spettacolo ha il diritto di manifestare il proprio gradimento politico. Così come ogni cittadino, ogni telespettatore, ogni giornalista, ogni blogger, ha il diritto di fare una sottolineatura.
Pino Insegno condurrà a settembre anche il preserale di Rai 2, Mercante in fiera, un format giochino che ha già condotto su Italia 1. Ma il ritorno di Insegno su Rai 1 con l’Eredità è certamente la notizia più succosa.
Sì perché non si può non sottolineare la coincidenza con l’arrivo al potere come premier della sua carissima amica Giorgia Meloni. Una di quelle coincidenza che fanno dire “quanto è piccolo il mondo della televisione”.
Prende il posto di Flavio Insinna e, con quella dose di cinismo necessaria per chi vive il proprio momento di gloria, dice: “Nessuno si è mai chiesto dopo 500 puntate di preserale (ndr. Reazione a catena) perché non ci fossi più io”.
Effettivamente non mi sembra che i telespettatori abbiano protestato più di tanto.
Ora, se è vero che non c’è stata alcuna raccomandazione in favore di Insegno è anche vero che da una voce come la sua mi sarei aspettato un gesto nobile tipo: “potrei condurre l’Eredità ma scelgo di rimanere a fare solo il doppiatore”
Sarebbe stato un gesto nobile: fare un sacrificio personale immenso per non lasciare spazio anche al ben che minimo dubbio che qualcuno, più realista della regina politica in carica, potesse scegliere lui non solo per il suo grande curriculum. E invece, no.
Alla presentazione dei palinsesti 2023-2024 della Rai ha sfoderato il suo sorriso magico alla Mandrake di seconda mano (perdonami Gigi! Anche solo per l’accostamento) ed ha parlato dei suoi 40 anni di carriera come del suo biglietto da visita.
Caro Pino Insegno, il tuo errore è proprio questo. Pensare di far prevalere i tuoi 40 anni di carriera rispetto all’accostamento che chiunque, legittimamente, farà della tua amicizia con la premier Giorgia Meloni e la coincidenza del tuo ritorno in Rai, alla conduzione di uno dei programmi televisivi più ambiti. Sarai per sempre ricordato per questo e non per i tuoi 40 anni di carriera. La politica delle tifoserie, oggi fa sì che chi si schiera venga giudicato più per quello che per la sua professionalità.
E tu lo sai bene. Oggi tocca a te capitalizzare al massimo questa occasione che ti è stata concessa.
Anche se probabilmente verrai ricordato più per la “coincidenza governativa” che per tutti i 40 anni di carriera precedenti. Il tempo dirà se ti è convenuto.