Roberto Vicaretti ed i suoi “se così si può dire”

Gli attacchi russi ad obiettivi civili sono atti di terrorismo “e non di semplice guerra, se semplice si può dire della guerra”.
Si corregge da solo Roberto Vicaretti mentre conduce la rassegna stampa del mattino di RaiNews24 dell’11 ottobre 2022 ma il risultato è che come sempre cambio canale davanti a questo modo di condurre così poco attento alle parole che si usano.


Lui usa spesso l’intercalare “se così si può dire”, giustificandosi per aver aggiunto qualcosa che nel suo intento vuole essere un modo “personalizzato” di spiegare una notizia ed invece risulta essere solo una fastidiosa e superflua aggiunta.
Con il suo piglio da primo della classe sembra sempre ritenere indispensabile dire una parola, una frase, in più dopo aver già detto tutto.
La maggior parte delle volte la sua aggiunta serve solo a farlo dondolare, testa e busto, nella più classica tradizione del “anaicapito! Anacapaito! Te la sto addì io sta notizia!”.
Sono sempre di più i giornalisti televisivi che lo fanno. È il modo di porsi di una generazione di professionisti che sembra dare più importanza alla personalizzazione di uno spazio giornalistico piuttosto che alle notizie.
Come se le notizie esistessero solo perché le stanno commentando loro.
Ne ho visti tanti di questi “personalizzatori” passare in televisione. E anche Roberto Vicaretti passerà.

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