Una estate tv Rai striminzita, come sempre: ma quest’anno si potrà dare la colpa al virus COVID-19

Non si può pretendere che l’estate televisiva 2020 sia migliore delle precedenti perché l’emergenza sanitaria causata dal virus COVID-19 ha stroncato la stagione tv regolare a febbraio e ai piani alti di tutte le emittenti televisive i pensieri sono stati ben altri che rendere interessante la programmazione estiva. Qualsiasi novità dovesse esserci, sarà più che una mosca bianca.

Le pretese nei confronti della Rai hanno comunque sempre un senso. Quello che sta trasmettendo era stato per buonissima parte già programmato prima dell’emergenza sanitaria. La struttura produttiva Rai soffre di una elefantiasi cronica che nessuna governance e management è mai riuscita a snellire. Anzi, l’aver indebolito le strutture produttive e creative interne a vantaggio delle mega società esterne, sta mostrando tutti i suoi limiti e non ci voleva una pandemia per scoprirlo. Da anni, anch’io, nel mio piccolissimo, ho sollecitato la Rai a ridare vita alla “fabbrica delle idee” interna; energie sprecate, le mie. Che cosa esce dalla fabbrichetta delle idee della Rai? Striminzitic Show, il Teche teche tè personale di Renzo Arbore su Rai 2, ovvero l’auto-celebrazione di quando aveva delle eccellenti idee televisive. È per me inconcepibile che la dirigenza Rai non utilizzi i tre mesi della stagione televisiva estiva per sperimentare nuovi programmi, nuove idee, nuovi artisti, nuove conduzioni, nuove soluzioni tecniche e produttive che prevedano la centralità delle risorse e delle strutture interne.

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