La prima lettera dell’amministratore delegato Fabrizio Salini ai dipendenti Rai e una certa idea di Rai, quella del vice premier Matteo Salvini

Caro amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini, il vice premier nonché ministro dell’Interno Matteo Salvini sta difendendo la scelta di Marcello Foa come presidente anche dopo il no della commissione parlamentare di vigilanza. L’idea che mi sono fatto è che si tratti di una strategia per contrattare di tutto e di più con il suo alleato Silvio Berlusconi.

Il “caso Foa-Rai” ha ribadito, se ce ne fosse ancora bisogno, la centralità della Rai nella politica italiana e non solo come simbolo.

In attesa di conoscere gli sviluppi sulla scelta del presidente, è interessante capire qual è l’idea che il potente vice premier ha della Rai quella che tu dirigerai durante il “governo del cambiamento”. Certo non potrai non tenere conto dell’idea di Rai del potente vice premier che ad inizio estate aveva già infuocato la discussione sul futuro della Rai con queste dichiarazioni:

“Vedremo di fare scelte equilibrate e intelligenti a differenza di chi ci ha preceduto perché alcuni telegiornali della Rai sembrano quelli degli Anni ’20 e degli Anni ’30. Non faccio nomi e cognomi, lascio giudicare ai telespettatori. Lo dico da giornalista in aspettativa: in queste settimane sto vedendo un’opera di disinformazione a reti quasi unificate che non ha precedenti nella storia d’Italia. Carta stampata, radio e televisioni. Carta stampata, radio e televisioni” (da Otto e Mezzo di Lilli Gruber su La7 del 12/6/18).

Caro amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini, immagino la serenità con cui stai lavorando alla scelta dei direttori dei telegiornali e delle reti anche alla luce della intervista che il potente vice premier Matteo Salvini ha rilasciato a Il Foglio sabato scorso. Alla domanda “Qual è la sua idea, ammesso che ne abbia una, su come rinnovare la tv pubblica”, Salvini ha risposto:

“Posto che non siedo nel cda, le posso esporre le mie idee da giornalista quale sono. Conosco tante risorse interne lasciate ai margini, confinate nell’ufficio x perché prive di raccomandazione, né parenti né amici di tizio e caio. Io sogno una Rai che potenzi le realtà produttive a livello locale, quindi Napoli, Torino, Milano e che smetta di essere romano-centrica. A differenza di chi mi ha preceduto, mi auguro che si punti sulle testate regionali, nessuna chiusura. Poi i canali sono troppi, e mi piacerebbe che ci fosse almeno una rete senza alcun tipo di pubblicità” (da Il Foglio del 4/8/18, intervista di Annalisa Chirico).

Caro amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini, non ti resta che piazzare al posto giusto le risorse interne che ora sono ai margini, far diventare la Rai meno romano-centrica e togliere la pubblicità ad una rete. Che vuoi che sia! Tre cosette! Ma la certa idea di Rai del potente vice premier Matteo Salvini va ben oltre queste cosette:

“Non puoi campare sia di denaro pubblico che di denaro privato, anche perché spesso la Rai fa concorrenza sleale al ribasso a tutte le altre emittenti private svendendo spazi pubblicitari. Fossi un consigliere di amministrazione, mi porrei l’obiettivo di scegliere: o canone o pubblicità, tutt’e due no. In prospettiva si dovrà mettere mano comunque a un’ulteriore riduzione del canone sul modello di alcune tv straniere (da Il Foglio del 4/8/18, intervista di Annalisa Chirico).

Caro amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini, che il potente vice premier Salvini parli di riduzione del canone e perfino di una scelta tra canone e pubblicità è una di quelle idee che da anni sono al centro dei pensieri di chi vuole privatizzare una rete Rai e infatti nella stessa intervista alla domanda “Si può ipotizzare la privatizzazione di una rete?”, il vice premier risponde “Perché no?”. Premesso che sono decenni che si ipotizzano queste idee di Salvini e che nessuno poi le ha messe in pratica, certo a te non ti vedo messo molto bene anche perché nella tua prima lettera ai dipendenti hai detto cose talmente generiche e scontate che se fossi un dipendente della Rai sarei “un tantinello preoccupato” (come disse “Mandrake” Gigi Proietti a “Er Pomata” Enrico Montesano in Febbre da cavallo di Steno):

“Cari colleghi, è con grande emozione e senso di responsabilità che ho assunto l’incarico di amministratore delegato della Rai e sono orgoglioso di poter cominciare a scrivere, insieme a tutti voi, una nuova pagina del servizio pubblico italiano. Un compito che ho accettato con la piena consapevolezza dell’importante passato dell’azienda, ma profondamente convinto del ruolo che questa potrà svolgere nel prossimo futuro, dove la ricerca dell’interesse pubblico dovrà sempre più misurarsi con le sfide, complesse e urgenti, poste dall’innovazione. E’ mia intenzione lavorare con impegno, coniugando creatività e rigore, consapevole che nessun obiettivo potrà mai essere raggiunto senza il pieno coinvolgimento di tutte le donne e gli uomini che, ogni giorno, tramite il proprio lavoro, rendono davvero grande questa azienda. Occorre dare nuova forza all’identità del servizio pubblico, riscoprirne i valori fondanti e rinnovare linguaggi, programmi e generi attraverso cui raccontiamo il paese, puntando non solo alla ricerca di nuovi ascolti ma anche alla crescita di un’autentica e riconoscibile qualità diffusa. E’ un programma impegnativo, sul quale avremo sempre modo di confrontarci, ma sono certo di poter contare sulla collaborazione di ciascuno di voi per realizzarlo (da primaonline.it del 2/8/18).

Caro amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini, sai bene che se l’obiettivo del “governo del cambiamento” dovesse essere quello di privatizzare una rete Rai e per le altre di scegliere tra pubblicità e canone, tutte le tue generiche intenzioni sarebbero carta straccia e dovresti lavorare notte e giorno per quella che da abbonato Rai percepisco come una idea di vera e propria demolizione dell’Azienda a favore di chissà quali e quanti privati pronti a trarne benefici incalcolabili. E, in tal caso, non credo che il tuo auspicio di avere la collaborazione dei dipendenti Rai avrà buon seguito.

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