Come si fa a non considerare “artista” Bruno Vespa, l’inventore dei plastici in tv

Caro Bruno Vespa, a Otto e Mezzo di Lilli Gruber su La7 hai dovuto difenderti per l’ennesima volta riguardo al tuo contratto di “natura artistica” con la Rai che ti consente di superare il tetto dei compensi fissato per i giornalisti.

Al giornalista del Fatto Quotidiano Carlo Tecce che ti diceva “Vespa si ritiene un artista”, hai fatto i nomi i tutti di grandi giornalisti che hanno lavorato in Rai con dei “contratti fotocopia” come il tuo e hai chiesto al tuo interlocutore “erano giornalisti o artisti?”.

Poi hai spiegato che il tuo contratto non è un escamotage: “Per superare il tetto c’era bisogno di una qualifica che è la stessa utilizzata da Enzo Biagi a Floris. E’ lo stesso contratto che ho dal 2001! E che prima di me o insieme a me ha avuto Massimo Giannini, ha avuto Floris. L’escamotage per aggirare il tetto dei compensi sarebbe se uno s’inventa una novità. No! E’ lo stesso contratto degli altri. Ma se il contratto è quello ed è sempre stato quello e parla di prestazione professionale e artistica. In più a differenza degli altri, io ho due sentenze, tribunale e corte di appello, che riconoscendo il format di Porta a Porta in cui ci sta al contrario degli altri da me c’è una parte d’intrattenimento che Enzo Biagi non faceva, che Giannini non faceva, che Floris non faceva, pur avendo contratti professionali e artistici. C’è questa sentenza che riconosce a Porta a Porta la titolarità dell’approfondimento politico e l’approfondimento politico nella campagna elettorale è l’approfondimento politico per eccellenza” (da Otto e Mezzo La 7 del 14/11/17). Caro Bruno Vespa, io non so proprio come si fa a non considerarti un artista e anche un giornalista. Su questo blog sei sempre stato considerato un giornalista ed un artista fin da quel primo post che ti ho dedicato nel lontano 2003 quando muovevo i primi, incerti, passi da blogger tv. Lo sono andato a rileggere quel post e confermo: sei un artista oltre che un giornalista.

***

Beata gioventù (dacarotelevip.splinder.com del 15 dicembre 2003)

Caro Bruno Vespa, ti immagino bambino a scuola seduto al primo banco con il fiocco perfetto ed il grembiule lindo. Mi immagino la maestra che ti chiama alla cattedra: Vespa Bruno, vieni a leggere il tuo tema alla classe. E tu felice davanti ai compagni, con il quaderno aperto, che racconti l’intervista fatta al preside mentre, durante le vacanze estive, gioca a bocce con gli amici. Bravo Bruno. Aspetti signora maestra, non ho finito. Voglio leggere anche il riassuntino dell’incontro con il più ricco del paese che mi ha disegnato sul quaderno gli schemini di come gioca la sua squadra di subbuteo. Bravo Bruno, che bello. Lo sa signora maestra, il parroco ha telefonato alla mamma per chiederle se posso andare a leggere il tema anche ai compagni di catechismo. Bravo Bruno, anzi bravissimo. Alcune passioni da bambino ce le hai ancora. I plastici per esempio. Quanto ti piacciono i plastici! In tv spesso ci giochi, sposti i personaggi entrandoci dentro con le mani, ci spieghi come sono accaduti i fatti come se fossimo i tuoi compagni delle elementari. E poi le macchinine. Quanto ti piacciono le macchinine! Mi ricordo di quella volta che ne hai fatta entrare in studio una grande grande, rossa, bella. E tu che l’accarezzavi e l’ammiravi estasiato. Ti immagino, come un bambino in attesa del Natale, lanciare i dadi del gioco dell’oca e ad ogni casella scontare la penitenza di andare a pubblicizzare il tuo ultimo tema, pardon, libro, in tutte le trasmissioni televisive. E’ bello avere tanti amici che t’invitano e ti fanno le feste. E tu gioiosamente passi di tv in tv come la poetica donzelletta recando in mano un mazzolin di schemi calcistici. Ieri hanno catturato Saddam che si nascondeva in una buca di 2 metri per 2. Voglio proprio vedere che plastico t’inventi.

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2 risposte a "Come si fa a non considerare “artista” Bruno Vespa, l’inventore dei plastici in tv"

  1. Giuseppe C. Budetta 17 novembre 2017 / 12:50

    CATTIVI ESEMPI
    Escamotage alla Massimo Giannini & FLORIS? Sono pessimi esempi da non imitare. Non c’è giustificazione di fronte ad emolumenti statali così scandalosi, a fronte di una discutibile professionalità. Questi signori dovrebbero restituire il mal tolto.

  2. Giuseppe C. Budetta 16 novembre 2017 / 12:20

    IL BRUSIO DI BRUNO VESPA
    Solo alla RAI accadono certe cose, come il trentennale brusio di Bruno Vespa sul primo canale. Uno dei più mediocri giornalisti italiani ha ottenuto di tutto e di più. Due considerazioni consequenziali. Uno. I padroni della tivù di Stato possono fare ciò che vogliono, al di là del bene e del male. Due. La valutazione di Vespa Bruno, considerato addirittura un artista, è aleatoria: non si sa chi lo considera tale ed in base a quali parametri obiettivi. Uno schifo.

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