Caro direttore di Rai Sport Carlo Paris, da quanto tempo è che la Rai non ha più l’esclusiva degli Internazionali d’Italia di Tennis? Me lo chiedevo ieri pomeriggio mentre mi godevo una bellissima giornata sui campi del Foro Italico (nel post la mia foto di Flavia Pennetta in allenamento) e pensavo a quanto mi appassionavo da giovane praticante di questo sport nel seguire gli Internazionali, il Roland Garros e Wimbledon sulle reti Rai.
Cose televisive dell’altro secolo.
In questo secolo gli Internazionali d’Italia di Tennis sono una delle tante esclusive sportive di Sky ma non solo. Infatti la Federazione Italiana Tennis si è fatta una tv tutta sua SuperTennis Tv che è cresciuta al punto di riuscire a trasmettere una fetta significativa dell’evento in diretta sul digitale terrestre in chiaro sul canale 64. Quest’anno sta trasmettendo tutto il torneo femminile e trasmetterà anche un quarto di finale, una semifinale e la finale del torneo maschile (domenica 17 maggio alle ore 16). La piccola redazione di SuperTennis Tv manda in onda anche trasmissioni di approfondimento, sintesi delle partite più significative, servizi, interviste, conferenze stampa e il dietro le quinte dell’evento con un taglio specializzato e anche spettacolare. Fa un certo effetto vedere una tv di una federazione sportiva che si impone a questo livello e copre l’evento più importante per il tennis italiano come un grande broadcaster. Certo, questo grande lavoro non è ripagato dai numeri di ascolto che potrebbe fare una grande rete ma ha un ruolo molto più importante di quello che potrebbe sembrare. Il tennis è uno sport molto amato che è praticamente scomparso dalla grande ribalta della tv gratuita. La Rai non ha la forza di investire come e quanto dovrebbe in uno sport che le ha fatto scrivere pagine importanti della storia della tv con le telecronache di Guido Oddo e Giampiero Galeazzi. E’ vero, forse era un’altra epoca e un’altra tv come ricorda Galeazzi:
“la conquista della Coppa Davis proiettò il tennis nel paradiso della televisione. Prima, a parte la Davis e gli Internazionali, la Rai non faceva altro. Quando Panatta vinse Parigi mica c’era la diretta. Ma poi… Guido andò in pensione nell’81, dopo Wimbledon. Sono sicuro di essere stato il telecronista italiano con più ore di diretta sul groppone. Commentavo per sette-otto ore di seguito, giorni e giorni di seguito. E senza alcuna spalla, perché allora non usava. Ma ho avuto la fortuna di vivere dal di dentro quell’epoca fantastica. Gli italiani, Borg, McEnroe. Anni e anni in trincea: il tennis ha segnato più di qualsiasi altro sport la mia vita professionale, contribuendo a creare quello che ancora oggi è il mio personaggio. Caldo, emotivo, partecipe dell’evento che racconta, nel bene e nel male. Le lodi più belle per quell’epoca le ricevo adesso, dai quarantenni. Mi dicono: ‘Ma lo sai che la tua voce ha accompagnato la mia adolescenza? Tornavo da scuola, accendevo la televisione, e c’eri tu. Mi mettevo a studiare e quando riaccendevo c’eri ancora tu. Andavo a fare sport e quando tornavo eri sempre lì’. Certo, era un’altra tv. Ma la forza del tennis italiano era tale da permettere alla Davis di rompere i palinsesti, di incunearsi nei telegiornali, di prendersi i titoli d’apertura. Oggi non sarebbe più possibile. C’è la concorrenza e il palinsesto è ferreo. Però se i nostri arrivassero alle fasi finali dei tornei del Grande Slam, o facessimo una semifinale di Davis con gli Usa, sono convinto che il tennis farebbe di nuovo un gran botto anche in tv. E non basterebbe l’Olimpico per contenere tutta la gente che vorrebbe venire. La passione per il nostro sport è sempre lì: cova sotto la cenere. C’è solo bisogno di chi ci butti sopra un po’ di legna ” (dall’intervista di Giancarlo Baccini a Giampiero Galeazzi per “SuperTennis” del giugno 2005 pubblicata sul sito federtennis.it).
Caro direttore di Rai Sport Carlo Paris, in queste parole di bisteccone Galeazzi c’è gran parte della passione che ieri mi ha portato a trascorrere con la mia famiglia un bel pomeriggio agli Internazionali d’Italia di tennis.
E’ anche a quei ricordi televisivi della grande Rai che devo la nascita dell’interesse per tanti sport, non solo per il tennis. Il telespettatore che come me deve molte delle sue passioni sportive alla Rai di una volta, oggi fatica a capire le logiche con cui la Rai, al di là delle motivazioni economiche, sceglie di coprire gli eventi sportivi. Si lo so, i diritti tv sportivi sono arrivati alle stelle e la Rai non li può acquistare tutti. In questo periodo ad esempio sta trasmettendo il Giro d’Italia, un’altra pietra miliare dello sport Rai. E’ vero, il mercato televisivo è profondamente cambiato e la Rai deve fare delle scelte misurandosi con il regime di concorrenza che è fortissimo nel settore sportivo. E’ anche vero però che negli anni, la capacità della Rai di imporsi in questo mercato così strategico per una grande azienda tv è andato via via diminuendo. E se su un evento sportivo come gli Internazionali d’Italia di Tennis, la Rai si fa superare da SuperTennis Tv, l’abbonato appassionato di tennis può solo rassegnarsi ad una tristissima realtà.
Quando i telecronisti sportivi non avevano la spalla era un bel sentire, erano veri professionisti; adesso, tranne rarissimi casi, sono insopportabili. Ciao
Oggi i telecronisti sportivi pensano soprattutto a curare il personaggio che si sono creati. Non sono al servizio della telecronaca.