Cara direttore di SkyTg24 Sarah Varetto, oggi è una giornata all’americana per l’informazione italiana ed in particolare per voi dell’informazione televisiva. Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano depone al Quirinale davanti ai giudici di Palermo che indagano sulla cosiddetta “trattativa Stato-mafia”.
Oggetto della testimonianza è la lettera che il consigliere presidenziale Loris D’Ambrosio inviò al Capo dello Stato nel giugno del 2012.
Per questa testimonianza, così importante dal punto di vista istituzionale e anche mediatico, non sono stati ammessi i giornalisti e nessun tipo di registrazione se non quella audio effettuata dagli uffici del Quirinale che poi la metteranno a disposizione della Corte. La assenza dei giornalisti durante la testimonianza è solo uno degli accorgimenti che sono stati adottati a tutela della figura del Capo dello Stato ma è quella che in una giornata all’americana fa più effetto. Sono giorni che si dibatte sul fatto che, non consentire alla stampa di assistere anche in video a questa testimonianza storica, possa essere un limite del diritto di cronaca e di informazione di un paese democratico. Qualsiasi giornalista avrebbe voluto farsi un’idea dal vivo di quella testimonianza, di come sono state poste le domande, di come il Presidente ha risposto. Non sarà possibile nemmeno una testimonianza giornalistica diretta e quindi tutte le notizie che avremo fino al momento in cui saranno rese pubbliche le trascrizioni, saranno dei “si dice”. Cara direttore di SkyTg24 Sarah Varetto, di questo dibattito oggi mi ha colpito l’articolo di Carlo Tecce su Il Fatto Quotidiano in cui ha riassunto l’opinione di alcuni direttori di giornali e tv sull’assenza di giornalisti alla testimonianza. Lucia Annunziata dell’Huffington Post si aspettava lo streaming. Ferruccio de Bortoli del Corriere della Sera avrebbe voluto la diretta dal Quirinale. Marcello Masi del Tg2 dice che avrebbe preferito guardare senza poi dover ricorrere alla mediazione degli avvocati. Enrico Mentana del TgLa7 si è tenuto sul vorrei ma non posso “E’ ovvio che sarebbe più spettacolare seguire le parole di Napolitano, però è altrettanto ovvio il comportamento molto cauto del Quirinale”. Clemente Mimun del Tg5 ha fatto una dichiarazione fotocopia di Mentana: “Lo streaming o la diretta tv avrebbero spettacolarizzato. Viva sempre la trasparenza, ma comprendo la posizione del Quirinale”. Cara direttore di SkyTg24 Sarah Varetto, tu però sei l’unica che hai risposto in modo chiaro alla domanda che tutti ci facciamo: “E’ stato violato o meno il diritto d’informazione?”. La tua posizione è netta:
“La vicenda la raccontiamo con estrema attenzione, come sempre. Già ieri abbiamo intervistato l’avvocato di Riina. Ci saranno i nostri inviati sul posto. Non credo, però, che sia leso il diritto d’informazione, perché poi avremo le trascrizioni di quanto avrà riferito il presidente della Repubblica” (da Il Fatto Quotidiano, 28/10/14 articolo di Carlo Tecce).
Cara direttore di SkyTg24 Sarah Varetto, hai ragione, un giornalista capace sa cogliere dalle trascrizioni tutto quello che si potrebbe cogliere dal vivo; i toni delle voci, le espressioni dei volti di chi parla, le espressioni dei volti di chi ascolta. Quello che però non mi spiego è perché da questa mattina alle 8 SkyTg24 continua a fare collegamenti in diretta dal Quirinale all’interno dei suoi notiziari. Per dire cosa? A che ora sono arrivati e a che ora se ne sono andati i giudici dal Quirinale? Dalle tue parole io avevo capito che avresti aspettato la trascrizione della deposizione di Napolitano per esercitare il tuo diritto di fare informazione.