Giovanni Floris ode il canto delle sirene Mediaset

Caro Giovanni Floris, come mi sembra significativo oggi quel telescatto tratto da una puntata di Ballarò di un anno fa in cui un soddisfatto Silvio Berlusconi fa il giochino di alzarsi sui tacchi per sembrare altro quanto te. E’ un telescatto che testimoniava un sensibile miglioramento dei rapporti tra te e Silvio Berlusconi dopo quel vostro primo (per te inaspettato) incontrola telefonata in diretta del 2010, la non telefonata in diretta del 2011 e la telefonata silenziosa sempre del 2011. Le prime voci del telemercato estivo 2014 dicono che saresti pronto ad andare a lavorare per il gruppo Berlusconi allettato dal canto delle sirene di Mediaset che si sarebbero messe ad ululare “Giovaaannniii! Vieni da noiiii!” non appena hanno fiutato una tua disponibilità a lasciare la Rai.

Questa ghiotta indiscrezione l’ho letta via twitter su liberoquotidiano.it che però riporta come fonte Il Fatto Quotidiano:

“Scrive Il Fatto quotidiano che Mediaset gli avrebbe di recente fatto una proposta concreta e ghiotta. Il “Biscione” si sarebbe mosso dopo aver saputo che la proposta di nuovo contratto per Ballarò non soddisferebbe Floris dal punto di vista economico. Non solo, nella sua proposta Mediaset avrebbe anche tenuto conto dell’esigenza del giornalista e conduttore di non essere targato per un solo prodotto. Un’insofferenza legata alle perplessità di Floris sull’apparente impossibilità di lavorare su altre reti di Viale Mazzini che non siano Rai 3. Floris, infatti, vorrebbe “andare oltre Ballarò perché s’intravede invecchiato e deprezzato dopo l’ennesima edizione e dopo la replica di un circolo di ospiti che potrebbe formare una compagnia teatrale” scrive Il Fatto” (da liberoquotidiano.it del 4/6/14).

Caro Giovanni Floris, io ti ci vedo a ricalcare le orme di Michele Santoro che corse da Mediaset la prima volta che la Rai non lo volle più. Era il 1996 ed il presidente Rai di allora, lo scrittore Enzo Siciliano, ad una domanda su Santoro rispose “Michele chi?”. Santoro, scrisse un libro intitolato Michele chi? (ormai si trova a caro prezzo solo su e-bay) in cui spiegava il perché di una scelta così sorprendente; lui che andava a lavorare per una tv di Silvio Berlusconi, a suon di milioni. Michele Santoro a Mediaset fece comunque una buona trasmissione intitolata Moby Dick (la puntata del 1999 condotta in diretta dal ponte di Belgrado durante la Guerra del Kosovo, è entrata nella storia della televisione italiana). Caro Giovanni Floris, che tu voglia guadagnare di più e sperimentare nuove strade professionali è una legittima ambizione per chi da oltre dieci anni fa sempre la stessa pappa televisiva. Mi viene da sorridere pensando al fatto che ti sentiresti “invecchiato”; che Ballarò avesse rughe e acciacchi io l’ho scritto nel 2011, nonostante i grandi ascolti che facevi. Rido a crepapelle invece leggendo le voci che ti vedrebbero vittima di una specie di un “editto fiorentino”, ovvero, un non esplicito “editto bulgaro“. Se fosse vero che lasci la Rai non solo per motivi economici e professionali ma anche perché “non saresti più un conduttore gradito” dopo aver  difeso la Rai da Matteo Renzi che vuole toglierle 150 milioni di euro per contribuire alla revisione di spesa statale, allora altro che “nuovo” caso Santoro. Tu sei giovane, Renzi è giovane. Se un tuo eventuale passaggio a Mediaset fosse l’inizio di un ipotetico scontro tra Floris e Renzi per i prossimi venti anni come quello che c’è stato tra Santoro e Berlusconi, allora stiamo freschi. Caro Giovanni Floris, rimane il fatto che un tuo eventuale passaggio a Mediaset sarebbe il colpo del telemercato estivo 2014. I programmi di approfondimento giornalistico di Mediaset languono. Matrix in mano a Luca Telese, langue. Tu potresti riuscire dove non è riuscito Alessio Vinci. Ed io potrò finalmente trovare una rilevanza giornalistica in interviste tipo quella che Ballarò fece a Barbara Berlusconi.

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