Caro direttore di Rai 5 Pasquale D’Alessandro, approvo l’ulteriore svolta di contenuto che hai dato alla struttura del palinsesto della rete. Da qualche settimana Rai 5 ha intensificato in maniera netta la programmazione di musica classica, musica leggera di spessore, opere teatrali, arte, letteratura, balletti, danza, film d’autore e documentari di qualità. Oggi Rai 5 ha una programmazione specifica e unica nel panorama televisivo del digitale terrestre.
Una programmazione che ha anche una ottima estensione on demand. Per un periodo mi sono allontanato da Rai 5 perché il tuo predecessore Massimo Ferrario aveva una strana idea di una rete culturale e programmava cose tipo Lezioni di Bon Ton con Metis Di Meo, mettendosi all’inseguimento di Real Time.
Lunedì scorso, nella serata dedicata ai classici del teatro, hai trasmesso una messa in scena tanto storica (1969) quanto affascinante de “Il gabbiano” di Anton Cechov, con Anna Proclemer, Gabriele Lavia, Gianrico Tedeschi, Ilaria Occhini e Giancarlo Sbragia (regia di Orazio Costa Giovangigli). Ieri sera hai trasmesso il film di Fernando Meirelles “Cecità” tratto dall’omonimo romanzo di José Saramago. Da stasera il mercoledì riproporrai Totem, quattro serate con letture, suoni e lezioni di Alessandro Baricco e Gabriele Vacis; un programma che nel 1998 andò in onda in prima serata su Rai 2. Di recente LaEffe, tua principale concorrente, ha trasmesso le Palladium lectures di Alessandro Baricco ed è giusto ricordare al pubblico che cose del genere la Rai ne ha sempre fatte molte, anche prima dell’esplosione della moda “Roberto Benigni racconta Dante” che in replica ha floppato, ovviamente su Rai 2. Caro direttore di Rai 5 Pasquale D’Alessandro, aspetto con curiosità la messa in onda di Andy Wharol’s factory people (tre puntate in onda la domenica il 13, 20 e 27 aprile alle 21.15). Un documentario che racconta cosa è stata la Silver Factory di Andy Warhol, attraverso le testimonianze di chi visse quell’esperienza artistica che ha lasciato una traccia importantissima nell’arte occidentale del Dopoguerra (la sinossi delle tre puntate al termine del post). Trovo molto interessante la attuale programmazione di concerti di musica classica (Prokofiev, Cajkovskij, Mendelssohn, Brahms, Rachmaninov, Mozart, Beethoven) e soprattutto ne apprezzo la collocazione oraria quotidiana nella fascia oraria dalle 19.45 alle 20.45; un’ora fatidica che mi ispira nella preparazione della cena e che preferisco di gran lunga a qualsiasi telegiornale. Caro direttore di Rai 5 Pasquale D’Alessandro, quando hai lasciato la direzione di Rai 2 ho scritto “Di Pasquale D’Alessandro mi resterà il ricordo di una serie di flop dietro l’altro da utilizzare come le pecorelle da contare per addormentarsi”. Se in questo preciso istante ti togliessero la direzione di Rai 5, stavolta scriverei un giudizio positivo del tuo operato.
Andy Wharol’s factory people – Sinossi dei tre episodi (dal sito http://www.rai5.rai.it)
Episodio 1 – domenica 13 aprile 2014La Silver Factory viene inaugurata con un party epocale, al quale partecipano tutti, dalle stelle del cinema agli artisti della scena off e underground newyorkese. La vita è una festa e tutto deve trasformarsi in una festa, predica il fondatore Andy Warhol, personaggio allora difficile da collocare, ma che oggi occupa una posizione di assoluto rilievo nella storia dell’arte e della cultura occidentale. Lo raccontano i suoi amici del tempo, da Billy Name a Gerard Malanga, da Ultra Violet a Mary Woronow e Viktor Bokris, artisti che credevano ciecamente in lui e in ciò che proclamava. Sperimentare, esplorare, provocare: la nascente società dei consumi stritolata nella lente di ingrandimento di un genio assoluto, per il quale l’arte non è che un territorio senza confini, indissolubilmente intessuto nella realtà. Fotografia, cinema, pittura, poesia: non c’è espressione artistica che Warhol non abbia attraversato, in un viaggio sconvolgente per una generazione intera.
Episodio 2 – domenica 20 aprile 2014
Magnetico e manipolatore, Andy Warhol attira come una calamita giovani attori, poeti, artisti e freak di incerto talento in cerca di un leader. La Factory si trasforma presto in una comune creativa nella quale c’è spazio per tutti coloro che trovano accettabile l’unica regola, ovvero l’assenza di regole. Nella Factory si passa per fare, ma anche per non fare; la creatività deve scaturire dalla libertà assoluta, per abbattere i confini e i limiti imposti dalla morale borghese. Droghe, sesso, ambiguità; tutto è concesso, tutto può succedere, come fare un film senza trama né copione o partecipare a una photosession improvvisata, perché gli artisti sono geni e il genio si manifesta solo se lasciato libero di comparire o no in un flusso continuo di idee. La fonte di ispirazione sono il glamour e il consumismo, uniche novità rilevanti della nuova era di pace apparente, tra dopoguerra e Vietnam. Ed Edie Segwick è musa e simbolo di quanto Warhol cercava di rappresentare.Episodio 3 – domenica 27 aprile 2014
Tra il 1967 e il ’68 le cose nella Factory iniziano a sfuggire di mano. L’assenza di regole porta a eccessi che attirano anche l’attenzione di FBI e polizia. A causa dell’assenza di controllo, nel loft della 47ma strada entra non solo la droga ma anche qualche pistola. Warhol non si preoccupa di selezionare chi entra, il suo entourage si allarga, nascono conflitti e rivalità. Ma la sensazione di essere comunque artefici di qualcosa che lascerà il segno continua a pervadere i frequentatori abituali della ‘comune’ artistica. Viva, Nico, Lou Reed, Louis Walden, Candy Darling diventano star underground, consapevoli di lasciare un’impronta forte nella cultura occidentale, quella stessa che vogliono scardinare. Ma tra i poeti e gli attori appare un giorno anche Valerie Solanas, una ragazza instabile, autrice di uno spettacolo teatrale il cui copione, secondo lei, Warhol non voleva restituire. La follia della ragazza si manifesta un giorno con una sparatoria nella Factory, tre pallottole raggiungono Andy Warhol, che sopravvive, ma…
Grazie…RAI 5 allo spazio che dedichi alla Musica! (sono un insegnante di musica nella scuola media) Grazie anche per “Totem”. La Gioia per me è: Alessandro Baricco che spiega il finale del Guglielmo Tell di Rossini, o che legge Cyrano De Bergerac…