Ne vedremo delle belle, il talent show trash con protagoniste delle showgirl pensionabili, non sarà il punto più basso della storia della Rai Radiotelevisione Italiana.
Visto l’andazzo al ribasso, la Rai saprà fare di peggio.
Lo show con le showgirl pensionabili condotto da Carlo Conti è oggi quanto di più vicino alla tv commerciale delle origini firmata Fininvest. Solo che la tv commerciale di allora era l’occasione per la Rai di proporsi come differente e, soprattutto, come presidio di qualità televisiva.
La Rai che oggi, nel 2025, fa intrattenimento nei daytime e in primetime è il presidio della televisione povera: di idee, di gusto, di novità, di spessore artistico dei cast, di qualità dell’offerta.
Dalla tv del mattino alla tv di seconda e terza serata, Rai 1 e Rai 2 sono dei contenitori senza un’anima di troppe proposte televisive di rara bruttezza ed inutilità.
Se l’informazione Rai brilla per omologazione governativa, l’Intrattenimento Rai brilla per omologazione al ribasso qualitativo.
So molto bene che la Rai è molto, moltissimo, altro.
Ma tutta la tantissima qualità che la Rai produce e trasmette in altre forme, viene completamente annullata dalle proposte delle direzioni intrattenimento daytime e primetime che hanno anche la colpa grave di assecondare i gusti di quella parte di pubblico assuefatto alla logica della qualità al ribasso.
Questa Rai per me è la quintessenza dell’anti-televisione. Salvo solo il personale tecnico che ci lavora, l’unica categoria professionale non colpevole di questa deriva.
Quella che trasmette programmi come Ne vedremo delle belle è una Rai che vuole avere risalto sui reel ed i meme dei social media.
Una Rai che punta più ad essere virale che virtuosa.
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