Caro direttore di Rai 2 Angelo Teodoli, al tuo pubblico piace Boss in incognito 2 al punto che ieri sera gli ha tributato, quello che secondo i vostri attuali parametri, definite un buon risultato e che l’ufficio stampa Rai commenta così “Su Rai2 consensi in crescita per Boss in incognito che ha totalizzato 2 milioni 877mila spettatori con uno share del 10.50”. Ieri è stata una puntata con più lacrime del solito, sparse dalla generosità di Chiara Nasi, imprenditrice della ristorazione ospedaliera che ha scoperto quanto sono meravigliosi i suoi dipendenti. Lo ha fatto come prevede il format indossando i loro panni e giustificando la presenza delle telecamere con la scusa di “girare un documentario sul mondo del lavoro”. La “boss” ha fatto un po’ la finta apprendista e un bel po’ la intervistatrice dei suoi dipendenti per scoprirne il lato umano, familiare e di vita fuori dal lavoro, tale da giustificare i premi e le promozioni che a fine puntata ha distribuito generosamente dall’alto della scrivania presidenziale nell’alto dei cieli del palazzo direzionale dell’azienda. Anche questa seconda edizione di Boss in incognito ha iniziato il suo ciclo di programmazione a gennaio quando ancora la porporina magica delle feste natalizie sparge quella atmosfera di favola e di sogno che il tuo pubblico sembra ingurgitare e digerire senza pensare più di tanto a quelle telecamere così presenti nel racconto del “documentario sul mondo del lavoro”. La vera magia di Boss in incognito è che c’è ancora un 10% di pubblico televisivo che non considera assurda quella presenza delle telecamere per girare un documentario sul lavoro. A me era sembrata assurda già durante la prima edizione ma, evidentemente, c’è una parte di pubblico che è talmente abituato all’uso del campo e controcampo delle soap opera e delle fiction che non perde tempo a chiedersi quanto impegno tecnico c’è dietro alla ripresa e al montaggio di quelle scene e quanto ciò le faccia sembrare costruite, un pubblico che invece si concentra solo sulle parole e sulle storie scelte dalla produzione per condurlo al lieto fine pieno di lacrime. Caro direttore di Rai 2 Angelo Teodoli, dopo il “successo” della seconda edizione troverete ancora dei dipendenti di qualche azienda che abboccheranno alla storia “stiamo girando un documentario sul mondo del lavoro”, per poter fare la terza edizione mantenendo alta la bandiera del “i dipendenti non sanno che stanno parlando con il loro boss in incognito”? Ecco la tua grande sfida per il 2016: rendere plausibile l’uso delle telecamere di Boss in incognito 3. Se sarai ancora tu il direttore di Rai 2, ovviamente.
Ne ho visto un po’ e, secondo me, sapevano benissimo a cosa servissero le telecamere. Spontaneità e naturalezza completamente assenti. Buon anno.
Buon anno Tecla!!!!