Caro direttore di Rai 1 Giancarlo Leone, i tuoi tweet quotidiani con le classifiche dello share tv in prima serata, danno la misura di quanto quelle percentuali siano essenziali per tutte le reti. A tutti i direttori delle emittenti televisive va dato atto che da un po’ di tempo non difendono più gli insuccessi di audience rifugiandosi dietro la scusa di aver fatto “ sperimentazione” o di “aver puntato sulla qualità”. Anzi, no. Tu la storia della “sperimentazione” l’hai ritirata fuori un mese fa per rispondere alle critiche ricevute per il docu-reality umanitario Mission. Questo mi fa pensare che saresti tentato di usare la parola “sperimentazione” anche per il programma Così lontani, così vicini (andato in onda il venerdì dal 20 dicembre fino a ieri).
Un programma che Rai 1 ha adattato da un format olandese intitolato Find my family. La Rai 1 che ha lanciato la tv familiar-lacrimevole del ritrovarsi con Carramba che sorpresa! ha acquistato un format olandese basato sulla stessa idea di base? Carramba che pensata! A ben vedere, il format olandese include anche il perfezionamento emozionale che volge al drammatico introdotto da C’è posta per te di Canale 5, ma voi nella scheda di presentazione spiegate dove sta la differenza:
“Storie di persone alla ricerca di parenti, conoscenti, amici dispersi. Persone che il destino o gli eventi della vita hanno separato. Il tutto ambientato in un contesto che rompe gli schemi. Non ci sarà uno studio televisivo a far da cornice ai due conduttori, che al contrario saranno immersi direttamente nei luoghi e nelle vite dei protagonisti. Un programma completamente “on the road” in cui sono esclusivamente le emozioni, i sentimenti e il desiderio di ritrovarsi a farla da padrone”.
Il tutto mettendo Al Bano e Benedetta, anzi forse è Cristina, Parodi al posto di Raffaella Carrà e Maria De Filippi. Così lontani, così vicini, capitalizza gli affetti familiari tra lacrime e gioia, tra speranza e disperazione. Un adattamento Rai di un format olandese. Caro direttore di Rai 1 Giancarlo Leone, ma la mancanza di idee della tua rete ha raggiunto l’apoteosi giovedì scorso con la messa in onda dei primi due episodi di Don Matteo 9.
Il prete ciclista con basco e veste lunga che risolve omicidi umbri in catena di montaggio al posto di una armata Brancaleone di investigatori professionisti in divisa nera e rossa. Le prime due puntate di Don Matteo 9 hanno sbancato l’auditel: oltre 8 milioni di telespettatori e quasi il 30% di share. Secondo i vostri parametri questo già vi autorizza a commissionarne altre 10 serie alla Lux Vide dei Bernabei (un cognome storico della Rai con le idee chiare). Vedere una puntata di Don Matteo 9 è come fare un cruciverba per bambini. Ogni scena, ogni dialogo, ha la risposta scontata. Ogni personaggio, ogni azione, li abbiamo già visti. L’ennesima dimostrazione dell’incapacità di evolversi di Rai1 legittimata da 8 milioni di telespettatori italiani che in Don Matteo ripongono la speranza più grande: tornare ai tempi felici in cui la Rai era in mano a Ettore Bernabei e trasmetteva I racconti di padre Brown.
così lontani così vicini è una bellissima trasmissione che ha aiutato tante persone ridandole serenità. Non è cosa da poco, certo ci vuole un po’ di sensibilità per apprezzare questo.