Caro Luciano Rispoli, tra un vertice salvaEuro, la semifinale Italia-Germania degli Europei di calcio, l’anticiclone africano Caronte e Berlusconi che si candida a ministro in un possibile Governo Alfano, non farà certo scalpore una intervista bellissima dal titolo inaspettato che hai rilasciato a Silvia Nucini di Vanity Fair: ”La vecchiaia mi fa schifo”. E’ una intervista in cui parli con schiettezza del tuo rapporto con la vecchiaia e la morte. Un Rispoli che accoglie la giornalista nel suo giardino e le fa subito capire che non sarà il Rispoli che forse si aspetta: “Non si lasci ingannare: questa camicia fuori dai pantaloni e queste scarpe da ginnastica sono un trucco che non può nascondere l’evidenza dei miei 80 anni”. Il divertente aneddoto del tuo solidissimo matrimonio celebrato alle 5 di mattina da Padre Pio che vi dice “Una pugliese e un calabrese? Non so se andrà bene” non basta a smorzare nel lettore l’intensità di queste parole: “Sono stati 80 anni interessanti e felici. Ma non ci sono né Santi né Madonne, sono tantissimi. E c’è un appuntamento che si avvicina, quello con la morte, che non mi crea ansia, ma irritazione. Qualsiasi soluzione brillante mi inventi, non la posso evitare. E’ qualcosa che ha molto a che fare col mio carattere, che il tempo non ha smussato, ma accentuato”. L’intervista è una di quelle che ti si appiccicano addosso e che leggi con l’interesse che meritano le riflessioni di uno dei personaggi televisivi più amati che ha allietato e intrattenuto in modo intelligente, ricco e originale le giornate di milioni di telespettatori italiani per tanti anni. Io sono della generazione cresciuta con Parola Mia e non ho avuto il piacere di assistere a quella che ritieni la tua soddisfazione televisiva più grande “Essere riuscito a intervistare Ingrid Bergman per la trasmissione L’ospite delle due”. Caro Luciano Rispoli, chissà che un giorno facendo zapping non possa rivederla su Rai Storia. Già, la storia della Rai. Tu ci sei dentro a pieno titolo e non hai risentimenti per essere stato dimenticato dopo la pensione: “Non vanto nessun credito, davvero. Sono entrato in tv giovane e la tv mi ha fatto crescere, mi ha consentito di arrivare ai vertici premiando le mie capacità”. Lascio ai lettori di Vanity Fair (numero in edicola questa settimana) il piacere di scoprire perché in questa intervista mi sei sembrato un po’ Hemingway e un po’ Bukowski. Dico solo che dopo un paio di domande “piccanti” rispondi: “La moderazione non fa parte del mio carattere”. Sarà felice Max Tortora che nelle sue divertenti imitazioni, parolacce a parte, ti ha rappresentato molto poco moderato, quasi scalmanato. Caro Luciano Rispoli, secondo me invece quella camicia fuori dai pantaloni e quelle scarpe da ginnastica che hai indossato durante l’intervista (e nella bella foto di Adolfo Franzò) servono moltissimo. Se in Rai hanno ancora un briciolo di intuito dovrebbero capire, guardando il tuo volto e il muso del tuo cane, che un altro conduttore come te deve ancora nascere e che un Rispoli che dice “la vecchiaia fa schifo” ha ancora molto da dare di intelligente ed originale alla televisione italiana (l’ho già scritto e mi ripeto: Rai 5, come fai a non affidare un programma a Luciano Rispoli? Boh e pure mah).
un programma fatato, che abbiamo realizzato con grande fatica e una soddisfazione senza pari, avvertendo il consenso della gente che premeva intorno. MS
carissimo mariano,
devono essere stati davvero degli anni incredibili. grazie per questo tuo commento che mi consente di estendere a tutto il gruppo di lavoro di Luciano Rispoli le congratulazioni per le tante belle trasmissioni che puntata dopo puntata hanno lasciato il segno nella storia della tv pubblica e privata e dato un senso vero al concetto di servizio pubblico.
e grazie per la tua promozione di questo post su facebook!
Parola Mia,ogni tanto la rimembro con smodato affetto.Grande Rispoli!^_^
una trasmissione che non era fatta solo di belle parole
“Se in Rai hanno ancora un briciolo d’intuito…”: ma ce l’hanno? Domanda da un milione di dollari.
speranza vana ma per fortuna c’è la libera opinione a sottolinearlo. buona giornata flavia