Cara Alessandra Mastronardi, ho volutamente omesso di citarti nel post di ieri sulla Certosa Th di Parma perché sapevo che dopo la seconda puntata te ne saresti guadagnata uno tutto per te. Il personaggio di Clelia da te interpretato è stato il personaggio chiave della puntata di ieri, quello che avrebbe dovuto dare il valore aggiunto alla storia. Ma la storia era di fatto finita con la prima puntata e probabilmente anche la regista Cinzia Th Torrini se ne sarà accorta visto che nella seconda puntata ha tirato i remi in barca su un barca che già barcollava. Scesa la tensione per la passione tra Gina e Fabrizio avrebbe dovuto salire la tensione per la passione tra Clelia e Fabrizio ma niente da fare. La sceneggiatura, che già nella prima parte sembrava ispirarsi più a Wikipedia che al romanzo di Stendhal, ha preso ispirazione da twitter, con le scritte che raccontavano i salti temporali e ha raggiunto il culmine della sintesi alla fine, quando la regista ha affidato alla forza dirompente (?!) delle scritte il “come è andata a finire”. Nelle Th intenzioni evidentemente c’era la precisa volontà di non mostrarci i protagonisti morire, non è stato cambiato il finale con un lieto fine ma è chiaro che si è voluta dare la sensazione che l’amore in qualche modo, sotto sotto, ha trionfato. Cara Alessandra Mastronardi, La Certosa Th di Parma ci ha detto che non eri pronta per una parte come quella di Clelia in cui dovevi interpretare con tutta la potenza delle espressioni del volto e la sicurezza della recitazione le sfumature più limpide della donna che vive un amore appassionato, contrastato, sofferente, infelice. Il culmine interpretativo avresti dovuto raggiungerlo al momento delle due scene di sesso appassionato con Fabrizio (Rodrigo Guirao Diaz). Tutta la prima parte della fiction si è retta sul filo della sensualità dell’ attrice Marie-Josee Croze nel ruolo della zia Gina. Quando è toccato a te e al tuo personaggio, il filo della sensualità si assottigliato al punto di toccare il livello dell’inesistente. I due momenti hot in cui hai concesso alla macchina da presa la nudità del seno e della schiena sono stati tiepidi, quasi meccanici, e il confronto con i momenti hot interpretati nella prima parte da Marie-Josee Croze si è rivelato impietoso nei tuoi riguardi. Farne una colpa a te sarebbe altrettanto impietoso perché la responsabilità deve assumersela la regista che dopo averti scelta non è stata capace di valorizzarti. Cara Alessandra Mastronardi, però una tiratina d’orecchie te la meriti. La tua interpretazione televisiva che preferisco è “l’appello contro il morbo della verosimiglianza che va a puttane nelle fiction italiane” fatto durante una puntata di Victor Victoria di Victoria Cabello su La7 nel 2010 [ VIDEO da non perdere come parte integrante di questo post]. Ti producesti in un monologo ironico sul fatto che gli sceneggiatori delle fiction non prevedono mai i momenti di vita vera dei protagonisti come ad esempio “andare in bagno”. Stavolta avevi due scene su uno dei momenti più belli della vita vera, “fare l’amore”, e hai perso l’occasione di farne una grande interpretazione. Poi non te la prendere se uno alla fine del post scrive che era più sensuale Eva de “I Cesaroni”.
in realtà la certosa è una sorta di spin off de gli occhi del cuore di borisiana memoria
ecco perchè ne sono rimasto affascinato al punto di vederne ben due puntate per intero…. c’era l’ultraeffetto subliminale de gli occhi del cuore! grande viga