Per la premier Giorgia Meloni non si deve giudicare la Rai solo sul parametro dell’audience. Una cuccagna per la concorrenza privata e per chi in Rai fa ascolti bassi e bassissimi.

Durante la conferenza stampa di fine anno fatta ad inizio anno (il 4 gennaio 2024), la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affermato: “Ho letto critiche sugli ascolti, ma la Rai fa servizio pubblico. Se pensiamo di giudicarla solo sul parametro dell’audience in rapporto alle tv private generaliste, perdiamo di vista l’idea di cosa debba fare la Rai”.

Saranno molti i dirigenti, i conduttori e gli autori felicissimi per questa dichiarazione della premier perché potranno continuare a realizzare i loro programmi facendo bassi e bassissimi ascolti.

Sarà felicissima la concorrenza che avrà una certezza da vendere agli inserzionisti pubblicitari, ovvero, potrà dire loro “contro questo programma vinciamo di sicuro, tanto la Rai non cambia la programmazione nonostante faccia ascolti bassi”.

Giorgia Meloni si è preparata bene perché sapeva che avrebbe dovuto rispondere sugli ascolti della Rai Tele-Meloni e quindi ha anche detto: “L’ultimo report è di settembre e il palinsesto estivo l’ha fatto la precedente governance. Quindi aspetterei i nuovi dati prima di giudicare”.

E mentre aspettiamo i nuovi dati, programmi flop come Avanti Popolo di Nunzia De Girolamo continueranno ad andare in onda con costi altissimi e ascolti bassissimi. Ma nessuno in Rai potrà sentirsi in colpa perché per la premier Giorgia Meloni “perdiamo di vista l’idea di cosa debba fare la Rai a giudicarla solo sul parametro dell’audience in rapporto alle tv private generaliste”.

Se in più ci mettiamo che il Governo Meloni ha abbassato da 90 a 70 euro il costo del canone, la Rai dovrà sempre di più puntare sugli introiti pubblicitari che notoriamente si raggiungono grazie a buoni ascolti superiori alla concorrenza, la quale avrà il vantaggio assoluto di poter scegliere contro quali programmi Rai puntare per vincere la sfida degli ascolti visto che comunque la Rai non li chiuderà.

Non ho alcuna simpatia per le strategie adottate recentemente da Rai Pubblicità e non oso immaginare quanto sarà ancora più invadente per doversi difendere dai mancati introiti dei programmi flop che flop resteranno e andranno comunque in onda.

Sono in prima fila tra coloro che vorrebbero giudicare la qualità dei programmi della Rai indipendentemente dagli ascolti. Ma la Rai opera in regime di libero mercato e dare un vantaggio del genere ai competitor è fuori da ogni logica e convenienza di mercato.
Meloni si dice “soddisfatta
del percorso intrapreso per ridurre il pesante indebitamento che era stato ereditato dalle gestioni precedenti”.
C’è solo da sperare che questa sua sparata sulla Rai che non deve essere giudicata sugli ascolti, non vanifichi i risultati economici che, secondo la premier, la governance espressa dal suo Governo ha intrapreso.

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