Se vecchia tv deve essere che almeno sia fatta bene. Questa frase la ripeto da ieri, dopo aver visto la prima puntata della “nuova” Domenica In con il ritorno alla conduzione di Mara Venier.
Dopo pochi minuti di trasmissione ho scritto che il pubblico avrebbe premiato questo ritorno perché è stato subito evidente che l’impianto super classico funzionava bene ma soprattutto che alla conduzione c’era di nuovo “una pratica” di quello che il pubblico di Rai 1 vuole a quell’ora della domenica pomeriggio. Mara Venier ha sfoderato una conduzione brillante, una padronanza assoluta del mezzo e una determinazione, nel voler ristabilire immediatamente un contatto con il pubblico, che è stata palpabile ed efficace. Una prima puntata che è andata oltre il 16% di share dando letteralmente “una pista” alla concorrenza di Canale 5 che, con Domenica Live di Barbara D’Urso, negli ultimi anni ha stravinto la sfida degli ascolti. Certo, siamo solo all’inizio del nuovo confronto ma, una partenza così convincente con una conduttrice così motivata e perfettamente a suo agio come se non avesse mai lasciato lo studio di Domenica In, fa pensare che lo storico programma di Rai 1 possa tornare ad essere il punto di riferimento per la domenica pomeriggio dei telespettatori italiani. La “nuova” Domenica In non è la nuova frontiera della televisione ma sulle reti generaliste di programmi innovativi che possano stare solidamente sul mercato non ne vedo. Quindi mi tengo ben stretta l’opportunità di accendere la tv la domenica pomeriggio sapendo che su Rai 1 troverò un programma di intrattenimento leggero più adatto al mio sentire rispetto al programma e al genere di conduzione di Barbara D’Urso che mi propone Canale 5 da tanti, troppi, anni.
Una trasmissione barbosa, come quelle degli anni Sessanta del Novecento, in esclusiva per i vecchi con arterosclerosi galoppante.