Cara Francesca Fialdini, sabato all’ora di pranzo stavo per scolare la pasta nello scolapasta di plastica ma poi non l’ho fatto perché mi è venuto in mente il blocco di Uno Mattina che hai condotto giovedì scorso (14/1/16) sui cosiddetti “interferenti endocrini”.
Come sai sono rimasto particolarmente colpito dalla risolutezza con cui ne avete parlato e te l’ho scritto via twitter:
Interferenti endocrini sono terrorizzato da come a @Unomattina hanno descritto i danni dell’uso della plastica a contatto con gli alimenti
Interferenti endocrini a @Unomattina due esperte mi stanno terrorizzando sull’uso della plastica
Interferenti endocrini plastica a contatto col cibo @Unomattina una esperta mi ha terrorizzato anche sul prendere il caffè alla macchinetta
Cara @francifialdini sono un tipo facilmente impressionabile davvero vuoi invitare ancora la dott Rasio?
Tu mi hai prontamente risposto:
@carotelevip la dottoressa è nutrizionista e oncologa, sa di cosa parla. La salute è come la legge: non ammette ignoranza. Dobbiamo sapere
Ed io ho precisato:
@francifialdini non ho messo in dubbio la sua competenza ho detto che il suo modo di spiegare le cose mi terrorizza problema #comunicazione
Una telespettatrice di Uno Mattina (Orietta Rappolli @Chattesurletoit , comunicatrice e giornalista) è intervenuta in vostra difesa:
@francifialdini @carotelevip l’esperto ha saputo #comunicare in modo competente,completo ed inequivocabile, finalmente. #serviziopubblico
@carotelevip @francifialdini @Unomattina il ‘servizio’ per essere tale deve essere affidabile ed incisivo, questa volta e’stato impeccabile.
Alla telespettatrice ho replicato:
@Chattesurletoit sul fatto che l’argomento trattato interferenti endocrini sia servizio pubblico nessun dubbio @francifialdini @Unomattina
@Chattesurletoit a me ha messo paura. Mi chiedo perché si usa la plastica nelle situazioni citate se è nociva? @francifialdini@Chattesurletoit è stato ripetuto più volte “attenzione alla plastica nelle stanze dei bambini” che vuol dire? È generico!
A questi ultimi due tweet hai avuto la cortesia di rispondere ancora una volta:
@carotelevip @Chattesurletoit dici bene, infatti la battaglia si deve spostare sulla collaborazione da parte dell’industria alimentare
@carotelevip @Chattesurletoit vuol dire: meglio non avere mobili in plastica, ma preferibilmente in legno non trattato…Ci torneremo su!
Una cortesia alla quale non potevo rimanere indifferente:
@francifialdini si, grazie. È ovvio che la dott.ssa per stare nei tempi ha sintetizzato ma è stata un po’ troppo “decisa” @Chattesurletoit
Poi però, il blogger televisivo che è dentro di me mi ha detto che dovevo rivedere quel blocco di Uno Mattina per capire se l’impressione di “terrore” che avevo avuto in diretta era esagerata. Non solo l’ho rivisto quel blocco su Rai Replay; ne ho anche trascritto il testo integrale che riporto al termine del post. Chi avrà la voglia e la pazienza di leggerlo potrà compiutamente comprendere le spiegazioni delle due esperte da te intervistate, la dottoressa Donatella Caserta (ginecologa, a sinistra nel telescatto) e la dottoressa Debora Rasio (nutrizionista, a destra nel telescatto) dell’Università la Sapienza che lavorano presso l’azienda ospedaliera Sant’Andrea di Roma.
Cara Francesca Fialdini, io però anche nella visione registrata ho avuto la stessa sensazione della visione in diretta: soprattutto le parole e il modo deciso di comunicare della dott.ssa Rasio mi hanno un po’ “terrorizzato”. Il blocco era intitolato “Cibo e salute: c’è troppa chimica nel piatto” e la foto simbolo della scenografia mostrava una siringa infilzata in una mela. Una immagine che alle 8 e 37 del mattino a me ha messo una certa angoscia (come ti ho scritto nel primo tweet sono “un tipo facilmente impressionabile”). La dott.ssa Rasio, forte delle sue conoscenze scientifiche, ha fatto una serie di affermazioni che unite al suo modo di comunicare deciso ed incisivo fatto anche di espressioni del volto molto marcate (come ad esempio sgranare gli occhi), mi hanno messo un bel po’ di paura sull’uso della plastica che, in determinate condizioni, rilascia “interferenti endocrini” dannosi per il nostro organismo. La mattina seguo Uno Mattina tra un taglio di barba ed un frollino immerso nel latte prima di uscire per andare a lavorare e mi rimane difficile prestare attenzione parola per parola a delle spiegazioni scientifiche, così potrai giustificarmi se mi sono rimaste impresse prevalentemente le affermazioni più preoccupanti fatte con risolutezza dalla dottoressa Rasio (che mi hanno fatto scrivere quei tweet e che riporto parola per parola dopo aver rivisto la trasmissione):
“Purtroppo questi interferenti endocrini sono pervasivi. Una delle sostanze che più spesso le rilascia è la plastica. Quindi attenzione a tutti i contenitori di plastica: piatti di plastica, contenitori in cui andiamo a riporre il cibo avanzato, gli utensili di plastica con cui magari giriamo la pietanza nelle pentole. Anche molte pentole rilasciano interferenti endocrini. Attenzione anche quando andiamo a bere alla macchinetta thè o caffè caldo perché ovviamente ad alta temperatura si favorisce il rilascio di queste sostante pericolose perché vanno a distruggere il nostro equilibrio ormonale. Anche addirittura nell’acqua imbottigliata in plastica, nel 50% dei campioni analizzati sono stati trovati interferenti endocrini in concentrazioni tali da realmente andare a interferire. Ma non soltanto i cibi. Anche quello che applichiamo sulla pelle, moltissimi profumi, moltissime creme. Attenzione anche alla plastica che mettiamo nella stanza dei bambini. Sono davvero pervasivi ed è importante sapere che donne e bambini hanno le più alte concentrazioni di queste sostanze nel sangue perché usiamo molte creme cremine trucchi, profumiamo sempre questi bambini. Quindi molta attenzione, ritorniamo il più possibile ad applicare sulla pelle cose assolutamente naturali” (da Uno Mattina, Rai 1 del 14/1/16).
Cara Francesca Fialdini, tu stessa hai sottolineato gli aspetti più preoccupanti di questo tema:
“Ricordiamo allora gli organi più esposti a questo tipo di inquinamento così subdolo perché anche i mobili di plastica che abbiamo in camera, vuol dire che davvero il pericolo può arrivare da tutte le parti”.
Al mio tweet sulla genericità dell’avvertenza “attenti ai mobili di plastica nelle stanze dei bambini”, hai risposto “meglio non avere mobili in plastica, ma preferibilmente in legno non trattato…”. In trasmissione non l’avete detto. Al momento di proporre le soluzioni avete accennato ad un decalogo “un insieme di norme che magari leggendolo possono sembrare anche di normale buonsenso comune che però invece nella realtà contengono proprio delle semplicissime regole che possono in qualche modo ridurre il carico all’interno del nostro organismo di queste sostanze”, così ha detto la dottoressa Caserta, però poi non ce le ha dette queste semplicissime regole (a parte lo stare attenti alla plastica più volte detto dalla sua collega).
La cosa che mi ha messo più apprensione è stato quando hai chiesto “Quanto, fino a che punto e soprattutto è possibile purificare un organismo colpito, intaccato, inquinato, dottoressa Rasio?”, la quale ti ha risposto rincarando la dose:
“Sicuramente la prima cosa è ridurre l’esposizione, altrimenti non ha senso. Il nostro corpo è attrezzatissimo per liberarsi dalla chimica dell’ambiente ma se è troppa semplicemente non ce la fa più, quindi veramente un pochino ripensare a quello che facciamo tutti i giorni: riduciamo l’esposizione alla plastica, riduciamo l’applicazione di prodotti che li contengono, impariamo a conoscerli, vediamo dove sono, cerchiamo di utilizzare i contenitori in vetro. Per esempio il biberon si è visto che anche lo stesso biberon è in grado di rilasciare questi interferenti endocrini nel latte, prendiamolo di vetro. Attenzione alla plastica nelle stanze dei bambini, meno plastica possibile perché questi interferenti endocrini sono anche respirabili, noi li respiriamo. Le tendine per la doccia emanano quantità altissime di interferenti endocrini. Quindi cominciamo a ritornare a elementi più naturali e veramente via la plastica dalla stanza dei bambini, il più possibile. Attenzione a quello che mangiamo, riduciamo l’esposizione alla plastica. Le vecchie pentole in acciaio inox, il pyrex e anche riduciamo il consumo di alimenti che sono conservati nella plastica perché sono tutte sostanze che vengono rilasciate anche se noi non ce ne accorgiamo.
Cara Francesca Fialdini, la comunicazione televisiva fa brutti scherzi al telespettatore. Come direbbero i maestri di Amici di Maria De Filippi “a me sono arrivati” solo i seguenti allarmanti messaggi: “attenti alla plastica a contatto con i cibi, attenti alla plastica nelle stanze dei bambini, attenti al caffè bollente preso alla macchinetta che finisce nel bicchiere di plastica e sprigiona gli interferenti endocrini”. Non mi resta che aspettare con pazienza la prossima volta che ad Uno Mattina parlerete di questo argomento sperando che oltre a dirmi “attenti alla plastica” mi leggerete quel semplice decalogo, così mi tranquillizzo.
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testo del blocco di Uno Mattina, Rai 1 del 14/1/16 intitolato “Cibo e salute: c’è troppa chimica nel piatto”
Francesca Fialdini: Il detto è popolare anno nuovo vita nuova. Stiamo attenti a ciò che portiamo in tavola e a come ce lo portiamo, cioè in quali contenitori. L’avvertimento è grave, certo, però è giustificato da tanti nemici in agguato quelli che oggi affrontiamo sono i cosiddetti interferenti endocrini o distruttori endocrini. Ci aiutano due qualificate specialiste dell’Università la Sapienza di Roma che lavorano presso l’azienda ospedaliera Sant’Andrea di Roma, Donatella Caserta ginecologa e Debora Rasio nutrizionista. Mettiamo in chiaro una cosa perché non tutti a casa sanno cosa sono gli interferenti endocrini quindi cerchiamo di spiegarli nel modo più semplice possibile. A lei dottoressa.
Dott.ssa Donatella Caserta: “L’interferente endocrino è una sostanza che si trova in natura o perché ci si trova naturalmente oppure perché magari arriva dalla produzione chimica, o per altre vie, che in qualche modo entra all’interno dell’organismo e funziona come un ormone, in qualche modo va ad interferire con quella che è la normale attività ormonale dell’organismo. E quindi in qualche modo interferisce con la funzione per cui noi abbiamo una risposta sbagliata nel momento sbagliato o nella quantità sbagliata e quindi l’organismo in qualche modo si adatta a quello stimolo però si adatta dando una alterazione in quella che è la sua normale attività.
Francesca Fialdini: Rasio iniziamo a chiarire facendo anche degli esempi partiamo innanzi tutto da ciò che portiamo in tavola e quindi da ciò che mangiamo.
Dott.ssa Debora Rasio: “Purtroppo questi interferenti endocrini sono pervasivi. Una delle sostanze che più spesso le rilascia è la plastica. Quindi attenzione a tutti i contenitori di plastica: piatti di plastica, contenitori in cui andiamo a riporre il cibo avanzato, gli utensili di plastica con cui magari giriamo la pietanza nelle pentole. Anche molte pentole rilasciano interferenti endocrini. Attenzione anche quando andiamo a bere alla macchinetta thè o caffè caldo perché ovviamente ad alta temperatura si favorisce il rilascio di queste sostante pericolose perché vanno a distruggere il nostro equilibrio ormonale. Anche addirittura nell’acqua imbottigliata in plastica, nel 50% dei campioni analizzati sono stati trovati interferenti endocrini in concentrazioni tali da realmente andare a interferire. Ma non soltanto i cibi. Anche quello che applichiamo sulla pelle, moltissimi profumi, moltissime creme. Attenzione anche alla plastica che mettiamo nella stanza dei bambini. Sono davvero pervasivi ed è importante sapere che donne e bambini hanno le più alte concentrazioni di queste sostanze nel sangue perché usiamo molte creme cremine trucchi, profumiamo sempre questi bambini. Quindi molta attenzione, ritorniamo il più possibile ad applicare sulla pelle cose assolutamente naturali”.
Francesca Fialdini: “Ricordiamo allora gli organi più esposti a questo tipo di inquinamento così subdolo perché anche i mobili di plastica che abbiamo in camera, vuol dire che davvero il pericolo può arrivare da tutte le parti. Dottoressa Caserta?”
Dott.ssa Donatella Caserta: “Allora, gli organi più esposti sono ovviamente gli organi endocrini per cui per esempio la tiroide è uno degli organi che può essere colpito più facilmente. Sicuramente gli altri organi che sono senz’altro più colpiti sono quelli che riguardano tutto il sistema della riproduzione e questo non soltanto per la donna ma anche per l’uomo. Infatti sono noti ormai da diversi anni, molti studi nei quali una alterazione nelle caratteristiche del liquido seminale possono essere in qualche modo collegate proprio con sostanze presenti in maniera anomala all’interno sia di quello che noi mangiamo che di quello con cui veniamo a contatto. Perché non tutte però sicuramente appunto come si diceva prima però molte di questi utensili o di quello che ci circonda può in particolari condizioni rilasciare delle particelle che in qualche modo entrando all’interno del nostro organismo possono poi determinare questa alterazione a livello ormonale”.
Francesca Fialdini: “Troppa chimica Rasio, non soltanto fa ingrassare abbiamo capito che soprattutto fa ammalare, ammalare di tumore”.
Dott.ssa Debora Rasio: “Si purtroppo è un dato di fatto. Siamo tutti più grassi ma non necessariamente perché mangiamo di più ma perché tutta questa chimica va a interferire con il corretto funzionamento del nostro sistema ormonale e metabolico. E poi purtroppo anche per quanto riguarda i tumori per esempio dobbiamo sapere che molti pesticidi sono interferenti endocrini ed è proprio recente il dato dell’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro che 5 pesticidi comunemente usati sono cancerogeni uno di questi è il glifosato utilizzatissimo in Italia quindi dobbiamo cominciare a ripensare un pochino al nostro ambiente a quello che portiamo dentro casa, non soltanto in termini di contenitori, utensili, ma anche di cibo, il cibo, il più possibile senza pesticidi
Francesca Fialdini: “Ci fa degli esempi, dottoressa?”
Dott.ssa Debora Rasio: “Gli esempi sono, ad esempio come interferenti endocrini se noi prendiamo e concentriamo quelli contenuti in una bottiglia di plastica e mettiamo in coltura delle cellule di tumore al seno con questi residui dell’acqua si vede che queste cellule aumentano la loro crescita del 50%. Un altro esempio è la soia molti si rivolgono alla soia. la soia è un interferente endocrino, ad alte concentrazioni. Quindi si è visto che donne affette da neoplasie al seno gli è stata data della soia prima dell’intervento e le cellule sono cominciate a crescere addirittura il doppio, l’espressione di geni coinvolti nella crescita tumorale. Quindi dobbiamo stare attenti perché queste molecole sono molto simili agli estrogeni e ovviamente un eccesso di estrogeni va a deregolare questo sistema molto finemente controllato.
Francesca Fialdini: “Esiste un progetto il Progetto Previeni che già ha iniziato a portare dei risultati e dei miglioramenti ce ne parla lei dottoressa Caserta”
Dott.ssa Donatella Caserta: “Si il progetto Previeni è un progetto che è stato finanziato dal Ministero dell’Ambiente e che ha visto coinvolte molte Università tra cui appunto noi Sapienza-Sant’Andrea ma anche l’Università di Siena, l’Università di Ferrara, insomma è stato un pochino ubiquitario. Il progetto si proponeva proprio di andare a cercare gli interferenti endocrini in una popolazione selezionata per problemi di sterilità confrontandola invece con una popolazione che non aveva avuto nessun problema sia nel concepire che nel portare avanti la gravidanza. E in effetti il progetto ha dimostrato che c’è una significativa differenza tra le coppie sterili in tema di concentrazione di queste sostanze rispetto a quelli che invece avevano concepito naturalmente. E dal progetto poi è nato un decalogo che è il decalogo appunto del Progetto Previeni che è un insieme di norme che magari leggendolo possono sembrare anche di normale buonsenso comune che però invece nella realtà contengono proprio delle semplicissime regole che possono in qualche modo ridurre il carico all’interno del nostro organismo di queste sostanze e soprattutto il carico della mamma perché si è visto che queste sostanze non hanno alcun tipo di filtro attraverso la placenta ma riescono ad attraversarla tranquillamente quindi passano direttamente al feto e il feto che è un organismo estremamente sensibile ed è in sviluppo e quindi molto meno difeso, ovviamente ne risente maggiormente”.
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Francesca Fialdini: “Quanto, fino a che punto e soprattutto è possibile purificare un organismo colpito, intaccato, inquinato dottoressa Rasio?”
Dott.ssa Debora Rasio: “Sicuramente la prima cosa è ridurre l’esposizione, altrimenti non ha senso. Il nostro corpo è attrezzatissimo per liberarsi dalla chimica dell’ambiente ma se è troppa semplicemente non ce la fa più, quindi veramente un pochino ripensare a quello che facciamo tutti i giorni: riduciamo l’esposizione alla plastica, riduciamo l’applicazione di prodotti che li contengono, impariamo a conoscerli, vediamo dove sono, cerchiamo di utilizzare i contenitori in vetro. per esempio il biberon si è visto che anche lo stesso biberon è in grado di rilasciare questi interferenti endocrini nel latte, prendiamolo di vetro. Attenzione alla plastica nelle stanze dei bambini, meno plastica possibile perché questi interferenti endocrini sono anche respirabili, noi li respiriamo. Le tendine per la doccia emanano quantità altissime di interferenti endocrini. Quindi cominciamo a ritornare a elementi più naturali e veramente via la plastica dalla stanza dei bambini, il più possibile. Attenzione a quello che mangiamo, riduciamo l’esposizione alla plastica. Le vecchie pentole in acciaio inox, il pyrex e anche riduciamo il consumo di alimenti che sono conservati nella plastica perché sono tutte sostanze che vengono rilasciate anche se noi non ce ne accorgiamo.
Francesca Fialdini: “Queste sono alcune buone pratiche, ce ne potrebbe consigliare delle altre, naturalmente rifacendosi allo stesso decalogo che citava poco fa del Progetto previeni”
Dott.ssa Donatella Caserta: “Si in aggiunta a queste, sicuramente ridurre al minimo quello che è il carico di tutte quelle altre sostanze che arrivano sia alla mamma che al bambino attraverso profumi o creme o tutto quello che in qualche modo può anche essere assorbito attraverso la cute e poi magari fare molta attenzione quando si vanno a comprare giocattoli per bambini che abbiano l’etichetta CE e quindi in qualche modo siano stati vagliati. Per esempio prima si parlava dei biberon. C’è una normativa CE che ha tolto sei di queste plastiche che sono gli ftalati dai biberon. quindi andare a cercare il biberon che sia in qualche modo validato questo può sicuramente aiutare”.
Francesca Fialdini: “Però leggere l’etichetta fa bene sia in quel caso che soprattutto quando andiamo al supermercato e non siamo sempre così attenti, dottoressa Rasio, basta però leggere l’etichetta?”
Dott.ssa Debora Rasio: “Io direi cerchiamo però di prendere il più possibile alimenti che non abbiano etichette. Perché quando noi andiamo a modificare anche gli stessi procedimenti industriali rilasciano interferenti endocrini. Anche il modo in cui noi prepariamo una pasta. Se preparata con teflon e non con una filatura a rame rilascia interferenti. Quindi cerchiamo di mangiare cose il più possibili somiglianti a come la natura li ha pensati”.
Francesca Fialdini: “Il biologico? Per concludere?”
Dott.ssa Debora Rasio: “Il biologico è necessario per il nostro pianeta perché non possiamo pensare di continuare a spruzzare pesticidi sulle nostre superfici. Questi pesticidi infiltrano la terra, vanno nell’acqua, il 50% delle nostre acque è contaminato da pesticidi cancerogeni ce ne sono presenti fino a trentasei pesticidi diversi in un’acqua che noi magari andiamo a bere”
Francesca Fialdini: “Quindi il biologico almeno in parte abbatte le sostanze pericolose”
Dott.ssa Debora Rasio: “Il biologico non utilizzando questi pesticidi è una risposta. Attenzione agli alimenti geneticamente modificati perché sono trattati con dosi altissime di pesticidi e questi elementi vengono dati ai nostri animali giornalmente quindi noi magari pensiamo di mangiare una carne senza ogm ma in verità l’animale ha mangiato ogm e in qualche modo tutto torna a noi”.
Francesca Fialdini: “Chiaramente l’argomento è molto vasto promettiamo che torneremo ad affrontarlo e proprio con gli stessi ospiti, grazie ad entrambe, grazie dottoressa Caserta grazie sempre dottoressa Rasio chiarissima come al solito”.