Cara Giada De Laurentiis, sei il volto italo-americano di Fine Living, un nuovo canale apparso da qualche giorno sul digitale terrestre al numero 49 (al posto di Coming Soon Television). Ancora non sono riuscito a vedere i tuoi programmi Weekend con Giada (dal lunedì al venerdì alle ore 20.45) e In cucina con Giada (dal lunedì al venerdì alle 11.05 e il sabato e la domenica alle 9.25) e spero tanto siano migliori dei primi programmi di Fine Living che ho visto. Sei una chef di livello mondiale e, in quanto nipote del famoso produttore cinematografico Dino De Laurentiis, non potevi non portare la tua professionalità di chef anche nel mondo dello spettacolo.
L’editore di Fine Living è Scripps Networks International specializzato in produzioni nelle categorie cibo, casa e viaggi. Sul digitale terrestre italiano andrete a fare concorrenza principalmente a Real Time Tv e Alice Tv ma anche alle emittenti che hanno nel loro palinsesto generalista molti programmi simili se non addirittura identici ai vostri, come ad esempio Man vs. Food trasmesso da DMAX. I primi programmi di Fine Living che ho seguito non mi hanno dato una buona impressione di questa nuova rete. Il programma meno disastroso che ho visto finora è Dolci da sogno (il giovedì alle 21.10 e varie repliche in giornata), un viaggio alla scoperta delle pasticcerie più caratteristiche degli Stati Uniti. Gli altri due programmi che ho seguito in questi primi giorni di vita di Fine Living Italia sono un vero disastro televisivo di cui non si sentiva il bisogno: Spie al ristorante, un programma in cui con una telecamera nascosta si smascherano i dipendenti infedeli e Los Angeles in vendita un programma in cui degli ultra-milionari americani comprano case da 10 milioni di dollari. E gli altri titoli a stelle e strisce del vostro palinsesto non promettono di essere migliori. Cara Giada De Laurentiis, tu che sei nata in Italia puoi capire tutto il mio disappunto davanti alla ennesima invasione culturale americana negli spazi che la tv digitale terrestre dovrebbe destinare a programmi di qualità superiore a quelli che finora ci ha propinato la tanto bistrattata televisione generalista italiana. Fine Living non è quello che desidero per il panorama televisivo italiano che ha bisogno di tutto tranne che di una dose massiccia di programmazione statunitense preconfezionata secondo il loro lifestyle. Chissà, forse un giorno non lontano il vostro palinsesto evolverà e ci mostrerà anche i lifestyle di altre nazioni, popoli, civiltà e culture. Fino ad allora il canale 49 del digitale terrestre per me resterà un numero poco interessante.