Caro Renzo Arbore, sul nuovo Sette Tv del Corriere della Sera (in edicola oggi) c’è una tua intervista (a cura di Jessica D’Ercole) in cui torni a parlare di televisione nonostante tu dica: “Io la televisione la vedo, la giudico e la leggo l’indomani sui giornali, ma non ne parlo tanto. Tutte le mattine controllo i numeri dell’Auditel e mi rendo conto che la quantità paga molto di più della qualità”. In questa occasione hai stilato una classifica dei sette tele peccatori capitali (un giochino-rubrica del settimanale Sette Tv). Tra i tuoi colleghi piazzi Paolo Bonolis tra i lussuriosi perché “lui è l’uomo delle trasmissioni lussuriose” e Pippo Baudo tra gli invidiosi “Era il più invidioso ma oggi non lo è più”. Per trovare un superbo attraversi l’oceano e indichi David Letterman perché “ha tanti autori che lo aiutano: molta della farina che usa non è del suo sacco. Fatica poco, diciamo”. Caro Renzo Arbore, da quest’ultima osservazione possiamo dire che la tv è stracolma di superbi visto che ormai anche le previsioni del tempo hanno più autori che nuvolette sulla cartina geografica. A Carlo Conti assegni il ruolo di “più buono della tv” mentre il girone degli accidiosi lo riservi a tutte le trasmissioni del mattino che sono “annoiate”. Ecco, caro Renzo Arbore, sarebbe interessante rivederti in tv proprio in un programma del mattino, anzi, ancora meglio, del mezzogiorno. Magari sulla tua carissima Rai 2 invasa da decenni dalla piazza di Michele Guardì e che avrebbe davvero tanto bisogno di tornare ai tempi quando con L’Altra Domenica e Quelli della notte era una emittente di tendenza e rottura. Oggi è solo una rottura. Caro Renzo Arbore, periodicamente c’è qualcuno che lamenta la tua assenza dal video con un tuo nuovo programma ma anche stavolta leggendo questa intervista ho avuto la chiara sensazione che per te ormai fare tv da autore e conduttore sia un capitolo chiuso. E non solo per motivi anagrafici visto che è da molto tempo che hai scelto di fare l’artista musicante e non ci pensi proprio a misurarti con i numeri dell’Auditel: “il problema della tv non è il trash, non sono le risse o le parolacce. La vera preoccupazione è che l’intrattenimento è sempre più cheap: piccolo e di cattivo gusto. E il cheap, me lo dice l’Auditel, paga ancora di più del trash. I telespettatori amano questa tv da salotto, a volte anche da pianerottolo. E io da grande voglio fare l’artista, non mi ci rispecchio” (sempre da Sette Tv del 18/5/12). Caro Renzo Arbore, come mi accade spesso quando leggo le tue rare interviste mi viene sempre da farti la critica che con la tua assenza hai in parte contribuito alla perdita di qualità della tv. Una trasmissione televisiva ogni tre-quattro anni “l’artista-musicante” Renzo Arbore avrebbe potuto pensarla e realizzarla per offrire al pubblico vecchio e nuovo un punto di riferimento della tv leggera di qualità. E invece tu hai totalmente abbandonato il pubblico televisivo e oggi è tardi non solo per i motivi anagrafici di cui sopra ma anche perché come dici nell’intervista: “Nostra signora tv è l’arbiter della nostra vita. Quello che ci passa esiste, quello che non ci passa non esiste”. Tu ora ci passi solo quando devi lanciare il nuovo cd o il nuovo tour dell’Orchestra Italiana. Un po’ cheap per uno che ha fatto la storia della tv ed io, da tuo vecchio fan, ti metto nel girone degli avari.
ciao
ciao!