Caro Emilio Solfrizzi, non mi sono appassionato alla prima edizione di Tutti pazzi per amore nonostante fosse un prodotto apparentemente innovativo nella scrittura e nella rappresentazione della modern family italiana. Non trovavo particolarmente originale l’idea del musical-playback e non ho mai creduto che fosse il valore aggiunto della fiction ma piuttosto un modo molto furbo di nascondere i limiti della struttura narrativa di un prodotto spacciato per innovativo. Continua a leggere