Amadeus e l’addio alla Rai: l’ennesima storiella vecchia come il cucco

La storiella del possibile passaggio di Amadeus dalla Rai a Warner Bros Discovery Canale Nove è vecchia come il cucco, ovvero, è tutto fuorché una novità. Il passaggio dalla Rai a Canale 5 di pezzi da 90 dello spettacolo come Mike Bongiorno, Corrado, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello ha fatto la storia della televisione italiana. Pippo Baudo tentò senza successo la stessa strada, come peraltro ha già fatto Amadeus con risultati disastrosi.

Ma era un altro Amadeus (che comunque aveva già abbondantemente lavorato sulle reti di Silvio Berlusconi), non l’Amadeus che negli ultimi 5 anni ha fatto ascolti, stratosferici con il Festival di Sanremo, eccellenti con Affari Tuoi e Soliti Ignoti e buoni con le varie Arene musicali. Quello che sarebbe in procinto di passare a Warner Bros Discovery è un Amadeus maturo che può campare, professionalmente e personalmente, di rendita grazie ai successi di cui sopra e che può permettersi il lusso di andare a fare il 10/12% di share sul Canale Nove e, come è giusto che sia, molto ben pagato.

È vecchia come il cucco anche la valanga di polemiche, indiscrezioni, dietrologie e, perché no, piccole grandi verità che accompagnano il lungo trapasso (il contratto con la Rai scade ad agosto) di Amadeus dalla Rai a Warner Bros Discovery. La Rai è una calamita di tutto il caos mediatico che si può generare sulla più piccola “voce” che riguarda i suoi personaggi di punta.

È vecchia come il cucco la strumentalizzazione politica della possibile notizia, sostenuta anche da una evidente voglia di impossessarsi della Rai da parte del Governo Meloni, come hanno fatto tutti i governi della Repubblica Italiana. La Rai è TeleMeloni come è stata TelePoliticodiTurno, solo che vivendo il presente è questo che ci sembra più forte. I ricordi come la Rai del Manuale Cencelli, dell’editto bulgaro o di Tele Kabul, svaniscono e restano solo storia per chi ha la capacità e la voglia di ricordarla.

Quello che da vecchio blogger televisivo mi fa sorridere è che “il meglio” che la Rai potrà proporre per il dopo Amadeus sarà gente della caratura artistica di Stefano De Martino.

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