Caro Gigi Marzullo, desiderare di vederti andare in pensione è legittimo per chi spesso e volentieri è dedito allo zapping dall’una di notte in poi. Dalla prima puntata di Mezzanotte e Dintorni sono passati 29 anni. Poi sono arrivati tanti altri tuoi figli televisivi notturni: Sottovoce, Cinematografo, Mille e un libro, Applausi, L’appuntamento, Settenote.
La Rai ti è stata talmente grata di aver ideato e condotto questi programmi che nel 2013 ti ha nominato responsabile di Rai Notte.
Dunque, quando andrai in pensione, lo farai dall’alto di una posizione aziendale invidiabile per molti interni Rai. Vederti nel cast di Che fuori tempo che fa di Fabio Fazio non rende meno amara questa constatazione, tutt’altro. La goccia che ha fatto traboccare il vaso del mio desiderio di un tuo pensionamento è stata la puntata di Cinematografo di questa notte che hai dedicato al commento dei premi assegnati alla edizione numero 75 del Festival di Arte Cinematografica di Venezia. Una puntata tanto asettica quanto formale quasi dovessi farla perché te l’ha ordinata il dottore. Tanti ospiti in studio e in collegamento ai quali hai fatto dire una frase con un giudizio rapidissimo per ogni premio assegnato al punto che io da casa ho percepito la loro ansia da prestazione. Su tutti, ma proprio su tutti, sei intervenuto quando hai deciso che secondo te quella doveva essere la loro ultima parola e gliel’hai tolta per andare oltre. E per farci vedere cosa? Le solite intervistine fuori dalla sala di proiezione per sentire le solite cose che dicono sempre ai tuoi microfoni gli intervistati: “Il film è molto bello, il tal attore mi è piaciuto, il film non mi è piaciuto”. Praticamente come mettere “mi piace” su Facebook. A tutto questo va sottratta la tua conduzione poco partecipata che io ho letto come una rappresentazione della profonda delusione che hai provato, da aziendalista quale sei, nel vedere che la Rai a “Venezia 75” in qualità di co-produttore, ha portato a casa le briciole per non dire nulla, mentre il colosso dello streaming Netflix ha fatto la storia come produttore/distributore del film “Roma” che ha vinto il Leone d’Oro e del western dei fratelli Coen “miglior sceneggiatura”.
Caro Gigi Marzullo, se coglierai l’attimo fuggente della riforma pensionistica del governo Lega-M5S, mi farai felice perché potrò coltivare la speranza che quel tuo spazio notturno trentennale (un vero e proprio “Gigi Marzullo show”) venga utilizzato dalla Rai per sperimentare nuovi programmi e nuovi conduttori dandogli finalmente un senso di dinamicità creativa e produttiva anziché un senso di immobilità e di già visto e rivisto.