Cara presidente della Rai Monica Maggioni, nel consiglio di amministrazione del 23/2/17 avete esteso ai “contratti di collaborazione e consulenza di natura artistica”, il limite di 240mila euro annui previsti dall’art.9 della legge 198/96 del 2016. Finora avevate applicato la legge mettendo un tetto ai compensi di manager e giornalisti dipendenti mentre per “gli artisti” avevate chiesto un “supporto interpretativo” al Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Si perché mettere un tetto ai compensi delle star, espone di fatto la Rai al rischio di perdere alcuni dei suoi volti di punta che vedrebbero ridotto di molto il loro compenso e che potrebbero decidere di prendere in considerazione le offerte della concorrenza che a quel punto sarebbe molto avvantaggiata non avendo tali limiti di budget.
Da anni si parla di questo problema “operativo” ma adesso il CdA in carica è stato costretto a prendere questa decisione che diventa esecutiva da aprile 2017 “se, nel frattempo, non sopravverranno i richiesti elementi interpretativi”. Cara presidente della Rai Monica Maggioni, la vostra decisione arriva a pochi giorni dalla pubblicazione (per la prima volta) di un documento con i compensi di conduttori, volti tv e giornalisti esterni che fino a oggi erano riservati. Questo CdA è importantissimo perché ottiene tre risultati: applica la legge, sollecita in modo definitivo il parere del MEF e mette a tacere qualsiasi speculazione politica o mediatica sul tema. L’idea che mi sono fatto coincide con il commento di Bruno Vespa, uno degli “artisti” interessati:
“Credo che il cda abbia voluto in qualche modo invitare il ministero dell’Economia a una decisione di buon senso, se si vuole che la Rai resti nel mercato. E poiché il ministro Padoan ha dato molte prove di essere una persona di grande buon senso, sono fiducioso che si troverà presto una soluzione” (da ansa.it del 23/2/17).
Si, insomma, non è che dalla sera alla mattina la Rai può avere un limite così vincolante che avvantaggia in modo così significativo tutta la concorrenza, anche la più piccola. Certo, a leggere i nomi delle “star” che vedrebbero drasticamente ridotti i loro compensi, io da abbonato non sono così disperato.
Scrive ansa.it:
“Sono una ventina i coinvolti, non solo conduttori. Tra questi i volti più noti della tv pubblica come Fabio Fazio, Claudio Insinna, Antonella Clerici, Bruno Vespa, Massimo Giletti, Carlo Conti, Piero e Alberto Angela, Amadeus, Lucia Annunziata. I loro compensi sono a volte superiori o vicini ai 500 mila euro annui. Molti tra i diretti interessati preferiscono prendere tempo prima di reagire”.
In attesa di registrare i commenti di queste star, è importante sottolineare la frase con cui avete chiuso il comunicato stampa (che riporto al termine del post) di questo importante CdA che ha anche approvato il budget 2017:
“Il Budget non tiene ovviamente conto dell’estensione del tetto retributivo anche alle risorse artistiche, le proiezioni verranno pertanto rielaborate per analizzare i prevedibili impatti provocati dalla possibile ridotta attrattività dell’offerta editoriale di Rai”.
Cara presidente della Rai Monica Maggioni, potremmo stare ore a parlare della “ridotta attrattività dell’offerta editoriale di Rai”. Io ad esempio non sono attratto da tutti i programmi condotti da Fabio Fazio, Flavio Insinna, Massimo Giletti, Antonella Clerici e Amadeus. Però è chiaro che il CdA vuole ribadire che la Rai, ad oggi, opera in un forte regime di concorrenza con dei privati che non hanno i limiti dell’azienda pubblica. Così come è chiaro che questa vostra decisione rilancerà il dibattito sulla privatizzazione di una o più reti Rai che possano operare sul libero mercato da pari a pari. In attesa della risposta ministeriale che come prevede l’esperto di politica Bruno Vespa arriverà presto e sarà di buon senso, da abbonato Rai mi piacerebbe leggere delle dichiarazioni di Fazio, Insinna, Clerici, Amadeus, Conti, Giletti, Angela (padre e figlio) in sintonia con quanto detto dalla ex presidente Rai Lucia Annunziata che oggi rientra nel gruppo degli “artisti-giornalisti”:
“Non c’è problema, è una legge dello Stato, una decisione del cda Rai, io obbedisco. Trovo anche giusto che il servizio pubblico offra un pagamento inferiore a quello che è il mercato” (da ansa.it del 23/2/17).
Cara presidente della Rai Monica Maggioni, molte “star” della Rai si riempiono spesso la bocca lodando “l’Azienda”, dicendo quanto è grande “l’Azienda”, quanto sono onorati di far parte di questa “Azienda”. Se dovesse permanere il limite di 240mila euro annui, sarà molto interessante vedere quante e quali saranno le star che si abbasseranno il compenso in nome della fedeltà all'”Azienda” e quanti e quali agenti delle star accetteranno di vedere adeguati anche i loro di compensi. Ma tanto poi alla fine prevarrà il buon senso italico come previsto dalla star Rai Bruno Vespa.
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comunicato stampa da ufficio.stampa.rai.it del 23/02/2017 – 20:31
RAI, CDA: APPROVATO BUDGET 2017
SENZA RISPOSTA MEF DA APRILE TETTO COMPENSI ESTESO A RISORSE ARTISTICHE
Il Consiglio di Amministrazione della Rai, riunitosi oggi sotto la presidenza di Monica Maggioni e alla presenza del Direttore Generale Antonio Campo Dall’Orto, ha in apertura di seduta discusso della questione dell’applicazione del limite di 240mila euro annui introdotto dall’art 9 della legge 198/26 ottobre 2016 anche ai contratti di collaborazione e consulenza di natura artistica.
Dal momento dell’approvazione della legge, l’Azienda ha chiesto a più riprese supporto interpretativo al Mef ma, allo stato, non è ancora pervenuta risposta. Il tentativo è stato quello di proteggere l’azienda dalle pesanti ricadute che un’applicazione immediata del limite retributivo sulle collaborazioni artistiche avrebbe avuto sull’intero equilibrio aziendale, sulla sua redditività e capacità di operare sul mercato.
Date tutte queste premesse, nel protrarsi di una pericolosa indeterminazione nell’interpretazione della legge, il Consiglio ha dato mandato al Direttore Generale di procedere all’applicazione del limite a far data dal mese di aprile se, nel frattempo, non sopravverranno i richiesti elementi interpretativi.
Il Cda ha successivamente approvato all’unanimità il Budget di Gruppo Rai per il 2017, illustrato dal Direttore generale Antonio Campo Dall’Orto.
Le proiezioni economiche evidenziano, nonostante la contrazione delle risorse pubbliche per circa 120 milioni di Euro per effetto della riduzione dell’importo unitario del canone ordinario da 100 Euro a 90 Euro, un risultato economico in sostanziale pareggio e un livello di indebitamento finanziario netto allineato al valore previsto per il 2016.
In questo contesto di minori risorse, il segno positivo della gestione operativa e il sostanziale pareggio previsto derivano dagli interventi di razionalizzazione impostati nell’area dei costi e degli investimenti di Gruppo, per un valore complessivo di oltre 100 milioni di Euro.
Tali interventi sono stati identificati con una logica selettiva, al fine di:
- preservare l’elevata qualità dell’offerta editoriale che ha caratterizzato il palinsesto 2016;
- proseguire il piano di sviluppo tecnologico, fattore questo abilitante per la trasformazione di Rai in una Media Company;
- mantenere la leadership nella qualità del prodotto e negli ascolti.
Tali direttrici trovano in particolare conferma nel potenziamento delle risorse dedicate all’area digital e dal mantenimento di un adeguato livello di investimento nel prodotto e nella tecnologia, incluse le iniziative e i progetti focalizzati a migliorare in modo pervasivo l’efficienza industriale di Gruppo.
Più in dettaglio, i numeri chiavi delle previsioni di Budget sono i seguenti:
Ricavi totali per 2.624 milioni di Euro, di cui 1.768 milioni di Euro ascrivibili al canone, in flessione per 153 milioni di Euro rispetto al Forecast 2016
- Costi complessivi, inclusi ammortamenti, per 2.596 milioni di Euro, in calo di 155 milioni di Euro rispetto al 2016
- Investimenti di prodotto per 460 milioni di Euro e tecnici per 126 milioni di Euro per un totale di 586 milioni di Euro, con una diminuzione sul 2016 di circa il 2%
- Gestione operativa in utile per 28 milioni di Euro e risultato di esercizio in sostanziale pareggio
- Posizione finanziaria netta stabile nell’ordine di 430 milioni di Euro
Il Budget non tiene ovviamente conto dell’estensione del tetto retributivo anche alle risorse artistiche, le proiezioni verranno pertanto rielaborate per analizzare i prevedibili impatti provocati dalla possibile ridotta attrattività dell’offerta editoriale di Rai.