Tutti pazzi per amore: uno dei casi in cui la novità è bella se dura al massimo due serie

Caro Emilio Solfrizzi, non mi sono appassionato alla prima edizione di Tutti pazzi per amore nonostante fosse un prodotto apparentemente innovativo nella scrittura e nella rappresentazione della modern family italiana. Non trovavo particolarmente originale l’idea del musical-playback e non ho mai creduto che fosse il valore aggiunto della fiction ma piuttosto un modo molto furbo di nascondere i limiti della struttura narrativa di un prodotto spacciato per innovativo. Nella terza serie in onda su Rai1, la musica è sparita per ragioni legate al costo dei diritti e appare in tutta la sua evidenza il limite di una fiction che si è avvitata nei meccanismi tipici delle fiction familiari. In pratica non è poi così diversa dai Cesaroni, sia come modello familiare sia negli sviluppi del racconto. Come nei Cesaroni i bimbi crescono ed i genitori invecchiano lasciando a loro il segno del comando della fiction e i giovani di Tutti pazzi per amore stanno dimostrando di non essere in grado di sostenere tale compito. Anche in Un medico in famiglia i bambini della prima serie sono poi diventati gli adulti della settima edizione ma voi non arriverete ad una settima edizione perché Tutti pazzi per amore è una fiction innovativa che già in origine non aveva i margini per innovarsi a sua volta. Diritti musicali o non diritti musicali alla lunga l’effetto Bollywood avrebbe stancato e questo doveva essere ben chiaro fin dall’inizio a sceneggiatori, registi e produttori della serie. Solo che, fedeli all’imperativo televisivo ampiamente in voga, di spremere il limone fino a che non ne rimane una goccia, avete deciso comunque di cavalcare un successo sperando di campare di rendita. Ma, nell’era dei social network, la tv non campa di rendita. La televisione è lo strumento più omologante che ci sia e Tutti pazzi per amore per essere una fiction veramente innovativa avrebbe dovuto fermarsi alla seconda edizione evitando di vivacchiare nel calderone delle fiction seriali. Caro Emilio Solfrizzi, in questi casi di solito gli attori protagonisti delle fiction sono i primi a fare un passo indietro, con la scusa di non voler rimanere imbrigliati nel personaggio. Lo dico al vecchio Lino Linguetta di Striscia la notizia: sbrigati a sbrigliarti da Tutti pazzi per amore.

5 risposte a "Tutti pazzi per amore: uno dei casi in cui la novità è bella se dura al massimo due serie"

  1. Avatar di Massenzio Massenzio 14 dicembre 2011 / 20:59

    Ciao Akio…mi dispiace, ma mi sono guardato la registrazione della prima puntata di “Downton Abbey” con attori ed attrici -british- bravi da far paura, fotografia spettacolare persino su tv obsoleti ed una storia che si preannuncia interessante. Peccato la facciano sulla stessa rete che ospita Fede……..

    • Avatar di akio akio 15 dicembre 2011 / 08:28

      retequattro ospita anche sottile… ma pare che sia ancora in grado di stupirci… anche mariano sabatini ne ha parlato molto bene su metro pubblicherò il suo pezzo sabato. io non l’ho ancora visto… ma a questo punto mi tocca! grazie per la segnalazione

  2. Avatar di viga1976 viga1976 14 dicembre 2011 / 13:45

    Bordelli culturali e crisi di lisa simpson

    questo è un mio modestissimo contributo sull’argomento cultura e società

    ps:hai fatto bene ad evitare , a me ha tradito la mia manina che ha deciso di cambiare canale proprio durante l’apoteosi del maronn…

  3. Avatar di viga1976 viga1976 14 dicembre 2011 / 10:49

    mai vista una puntata.Perchè son un core de fero che non si lascia incantare da queste cose.
    Però ho visto cinque minuti della fiction amorosa di canale 5 ,l’ultimo lavoro di Taricone,maronnn….

    • Avatar di akio akio 14 dicembre 2011 / 12:18

      ho evitato quella di canale 5 perchè ho intuito che…. maronnn….

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