È stato un anno televisivo in linea con gli anni pre-pandemia caratterizzati dalla ripetitività di idee, programmi e personaggi. Ci sono dei giornalisti professionisti specializzati che affermano che la tv generalista gratuita in chiaro è più viva che mai perché ci sono programmi che fanno il 25% di share.
Io credo invece che quel 25% è fatto di vecchi telespettatori che per fortuna vivono e tengono anche in piedi la vecchia TV che le emittenti televisive ci propongono per motivi meramente commerciali, ovvero, la certezza di avere una base di pubblico da poter “vendere” agli inserzionisti pubblicitari.
In tal senso vale anche chi fa il 4% purché abbia un target dal punto di vista pubblicitario: è comunque un pubblico da “vendere”. Ed è così che i super dirigenti dei gruppi televisivi e delle rispettive concessionarie pubblicitarie, giustificano le loro esistenze professionali ed i loro altissimi stipendi.
In questo la Rai è campione del mondo. Un esempio su tutti: il Christmas Show in prima serata su Rai 2 trasmesso a Santo Stefano condotto da una delle star poco lucenti della Rai di oggi: Stefano De Martino. Uno show che ha fatto il 9.5% di share, battuto dalla replica di un concerto di Al Bano che su Retequattro ha fatto il 13% di share.
Errata corrige.
Al Bano era su Canale 5. Ma la ciccia non cambia: replica batte show in prima visione di quasi 4 punti di share.
Inutile aggiungere altro se non che da uno show “originale” in prima visione, dalla seconda rete Rai, ci si deve aspettare di più. Ma la Rai oggi è questa e chissà per quanto tempo ancora lo sarà.
È una Rai che continua a mandare in onda programmi dagli ascolti al di sotto delle aspettative come La volta buona, Avanti Popolo e Che sarà perché “hanno bisogno di tempo”. C’è qualcuno in Rai che fa i conti su costi e risultati di questi programmi? Sono positivi? Secondo la logica degli ascolti credo di no. Ma tant’è.
La qualità televisiva è bassa perché la qualità costa e non è detto che abbia successo. Meglio puntare a quel 25% di pubblico sicuro continuando ad offrire la stessa minestra televisiva riscaldata. Guardare e commentare la televisione oggi vuol dire mangiare tutti i giorni a colazione, pranzo, merenda e cena la stessa minestra riscaldata degli ultimi 10 anni e più.
Soprattutto se come nel mio caso si fa per pura passione e divertimento. La passione c’è ancora ma la tv di oggi non mi diverto più a commentarla. Come si fa a commentare la minestra riscaldata?
Dalle reti con palinsesti fatti con le minestrine riscaldate dovrei tenere fuori Rai 2, la rete a cui la direzione di genere intrattenimento Rai ha offerto il maggior numero di “nuovi” format da proporre al pubblico. Dovrei ma non posso perché la qualità di tali “novità” è stata talmente bassa ed i contenuti talmente insignificanti da renderne inspiegabile la messa in onda su una rete del servizio pubblico.